IG Italia. Bce preview: il giorno del giudizio per Christine Lagarde. Commento di Filippo Diodovich

La Presidente della Bce, Christine Lagarde

La Presidente della Bce, Christine Lagarde

Il silenzio e l’immobilismo della Banca Centrale Europea. Due elementi hanno caratterizzato la BCE nelle ultime due settimane: il silenzio da parte dei propri vertici e l’immobilismo o atteggiamento passivo dell’istituto rispetto alle azioni da parte delle altre banche centrali. La Federal Reserve ha scelto intra-meeting di abbassare i tassi di interesse di 50 punti base, portandoli nel range 1-1,25% e immettendo liquidità nel mercato monetario per un ammontare pari a 150 miliardi di dollari. Inoltre nella riunione ufficiale del 18 marzo dovrebbe abbassare ulteriormente il costo del denaro negli Stati Uniti di altri 75 basis points (dal range 1-1,15% al “nuovo” di 0,25-0,50%). La Bank of England in mattinata ha scelto a sorpresa di ridurre i tassi di 50 punti base portandoli dallo 0,75% allo 0,25%. La scelta di politica monetaria accomodante sarà inoltre accompagnata da un piano “monstre” di investimenti in infrastrutture promosso dal cancelliere Rishi Sunak per fronteggiare l’emergenza del Covid-19.

La BCE al momento è rimasta passiva, osservando le altre banche centrali senza impegnarsi ancora in nessuna direzione espansiva. E’ vero che il margine di manovra della BCE rispetto agli altri istituti centrali è più ridotto ma molti si aspettavano una reazione diversa.

Il posizionamento attendista della Banca Centrale Europea ha portato il cambio euro/dollaro a salire fino a 1,15 contro dollaro, recuperando livelli che non si vedevano da mesi. A nostro avviso è stata abbastanza sorprendente la scelta di non avviare un’azione coordinata da parte delle banche centrali per risolvere la crisi coronavirus a livello globale. Crediamo che le pressioni rese pubbliche da due banchieri centrali (Robert Holzmann della Banca Centrale Austriaca e Peter Kazimir della Banca Centrale Slovacca) riguardo il rinvio di ogni decisione a giovedì abbiano aumentato i dubbi degli investitori sulla reale volontà dell’intero Governing Council a impegnare tutte le risorse disponibili per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Le nostre aspettative sulle azioni della BCE. Crediamo che il primo obiettivo della BCE sia quello di evitare un congelamento del mercato del credito. Christine Lagarde e il suo team di esperti, guidato dal capo economico Philip Lane, dovranno essere efficaci nella promozione di misure rivolte proprio a mantenere una liquidità elevata a disposizione delle imprese in difficoltà, costrette a chiudere gli stabilimenti a causa della diffusione del coronavirus.

Non ci aspettiamo una riduzione del tasso sui depositi, per l’impatto molto limitato che avrebbe sull’economia europea. Riteniamo invece possibile che Lagarde possa scegliere di:

  • Introdurre nuove aste TLTRO per le banche europee rivolte in particolar modo all’offerta di prestiti per le piccole e medie imprese, ferme per cause totalmente indipendenti rispetto alla loro produttività;
  • Aumento del piano di Quantitative Easing da 20 a 50 miliari di euro, rivolto soprattutto ai corporate bond.

Tali manovre non saranno sufficienti se non accompagnate da un piano concordato con la Commissione Europea e i governi nazionali per adottare misure di politica fiscale espansiva con aumento della spesa pubblica e, soprattutto, investimenti in infrastrutture.

Un piano di aumento di spesa pubblica che deve essere di proporzioni straordinarie. Dichiarazioni in merito a maggiore flessibilità nel patto di stabilità non possono essere sufficienti a superare la crisi. Serve un impegno da parte di Commissione Europea e BCE a essere pronte a sostenere con qualsiasi mezzo i paesi in difficoltà dell’Eurozona.

Il giorno del giudizio per Christine Lagarde e per l’Eurozona

Per l’ex governatore della BCE Mario Draghi il giorno del giudizio era arrivato il 26 luglio del 2012; per l’attuale guida dell’istituto di Francoforte Christine Lagarde sarà il 12 marzo del 2020. Christine Lagarde dovrà mostrare le sue capacità economiche, diplomatiche e dialettiche non solamente per stabilizzare i mercati finanziari, ma evitare un vero e proprio collasso dell’Eurozona. Una risposta soft da parte della BCE potrebbe non solamente mettere in difficoltà maggiori le economie del Vecchio Continente ma potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per la solidità stessa dell’Unione Europea.

La soluzione efficiente: Eurobond, Solidarity Bond, EuroCrisis Bond

Riteniamo che la posta in gioco sia così alta da costringere le autorità politico-monetarie ad andare “all-in” con misure nuove e straordinarie. La soluzione più efficiente a nostro avviso sarebbe l’introduzione di nuove obbligazioni (eurobond, solidarity bond o eurocrisis bond) emesse dai governi nazionali europei e garantite da tutti gli Stati membri dell’area euro.

Obbligazioni che raccolgono fondi vincolati al finanziamento delle spese sostenute dai singoli Stati per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Obbligazioni che se non comprate dagli operatori di mercato possano essere oggetto di acquisto nel piano di Quantitative Easing della BCE.

Una soluzione perfetta per mostrare l’unità dell’Europa nel fronteggiare uno shock esogeno ancora sconosciuto nelle conseguenze e nella durata. La legacy di Mario Draghi è stata il “whatever it takes”, con la successiva implementazione delle operazioni OMT. Per Christine Lagarde sarà la riunione di domani. Una misura così straordinaria spiegherebbe anche il silenzio e l’immobilismo di questi giorni, dettati da una lotta diplomatica per superare gli ostacoli imposti dai paesi del Nord e dell’Est Europa. L’impegno a lanciare una tale misura sarebbe sufficiente a stabilizzare i mercati e dare un concreto segnale che una Europa unita esiste.

Possibile reazione dei mercati

Un atteggiamento soft della BCE comporterebbe un forte apprezzamento dell’euro sui mercati valutari, con un cambio euro/dollaro in grado di superare anche il livello di 1,15 già testato lo scorso lunedì. La reazione dei mercati azionari sarebbe negativa, con flessioni degli indici azionari europei nelle ultime sessioni di settimana comprese tra il 5-10%.

Discorso inverso invece per una “stance” aggressiva e ultra-accomodante della BCE, con l’impegno di adoperarsi con ogni mezzo per fronteggiare l’emergenza coronavirus e con il sostegno della Commissione Europea e dei governi nazionali per promuovere politiche fiscali ultra-espansive. In tale caso il cambio euro-dollaro potrebbe evidenziare una discesa sotto 1,12 e potremmo assistere anche ad una stabilizzazione dei mercati azionari e monetari.

Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia

 

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