Bce. Lagarde: è il momento per l’Europa di fare un passo avanti

La presidente della Bce, Christine Lagarde

La presidente della Bce, Christine Lagarde

Milano, 16 gennaio – L’Europa incide per il 22% sul pil globale, seconda solo agli Stati Uniti ma è prima per percentuale del commercio globale con il 17% davanti agli Usa con il 14%. L’Europa può e deve dunque compiere un passo in avanti per reclamare il posto che le spetta sulla scena economica globale e potrà farlo se saprà mettere a fattor comune la forza di mercato collettiva. E’ quanto ha detto il presidente della Bce Christine Lagarde intervenendo all’evento di inizio anno organizzato dalla città di Francoforte. “E’ possibile una simile nuova Europa – si chiede la Lagarde – Ho piena fiducia che lo sia. Abbiamo nuovi presidenti in tutte le principali istituzioni europee che, io credo, capiscano molto bene il momento e il bisogno che l’Europa compia un passo in avanti. Tutti i leader europei vedono che il mondo attorno a noi sta cambiando e che occorre rispettare le nostre ambizioni. Ma se vogliamo andare avanti, l’impeto deve venire dal basso oltre che dall’alto. L’integrazione europea deve trovare la sua base nel consenso dei suoi cittadini”.

La presidente della Bce ha ricordato come sul fronte interno “sentiamo voci che mettono in questione il valore dell’integrazione europea e il nostro bisogno di continuare a lavorare insieme come un’unione stabile e prospera. “A livello globale – ha aggiunto – siamo di fronte a un mondo dove l’ordine basato sulle regole si sta indebolendo, dove nuovi e vecchi poteri si stanno affermando e la sfida climatica sta diventando la sfida fondamentale della nostra epoca”. In questo ambiente incerto, ha aggiunto, “sarebbe facile per noi attaccarci allo status quo, sperare che queste sfide si eclissino con il tempo. Ma temo che questo non avverrà. Per questo vorrei invece che noi ci chiedessimo in modo positivo e pro-attivo in che tipo di Europa vogliamo essere in queto mondo. E per me la risposta ha due parti. La prima è riconoscere quanto l’integrazione europea ci offre già internamente, e la seconda è riconoscere quanto più possiamo fare se cooperiamo esternamente nel modo giusto”. E’ chiaro, ha concluso, che una cooperazione a livello europeo ci dà una voce più forte nei negoziati con gli altri paesi, come abbiamo visto durante i negoziati per il clima di Parigi di qualche anno fa.

 

 

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