Borsa. Wall Street da record non sveglia l’Europa. Ma Milano si salva (+0,7%) con le banche

borsa-italiana-elezioniMilano, 16 gennaio – I continui record di Wall Street non riescono a dare la sveglia alle Borse europee, che ancora una volta arrancano al termine di una seduta nervosa. Nonostante la corsa degli indici americani, oggi innescati dai risultati sopra le attese di Morgan Stanley e dal primo accordo sui dazi Usa-Cina, l’Europa resta timida davanti alla nuova fase distensiva tra superpotenze che si è avviata sul fronte commerciale. Il risultato è che da inizio anno la forbice tra le due sponde dell’Atlantico continua ad allargarsi, con gli Usa che, sulla scia delle prime trimestrali delle banche, corrono mediamente più del doppio del Vecchio Continente. A salvarsi a fine giornata sono solo Madrid e Milano, con il Ftse Mib che ha chiuso con un rialzo dello 0,74%. Regina della seduta è Ubi Banca (+3,9%) assieme a Banco Bpm (2,3%) che beneficiano come il resto del settore del credito della visione positiva di Goldman Sachs (che ipotizza anche un’aggregazione tra i due istituti). Su nuovi massimi Nexi (+1,5%), mentre sale St (+0,7%) grazie alle buone indicazioni che arrivano dal produttore di semiconduttori taiwanese Tsmc. In fondo al listino Diasorin (-2,8%) mentre Atlantia sul finale è tornata in positivo (+1,2%) in attesa del piano Aspi e della trattativa sulle concessioni con governo (“a oggi non c’è una decisione” ha assicurato il ministro De Micheli). Sul fronte cambi, l’euro ha perso quota rispetto al biglietto verde e passa di mano a 1,113 dollari (ieri 1,1158 dollari). Si attesta inoltre a 122,64 yen (122,7), mentre il dollaro/yen è in rialzo a 110,12 (109,95). Il petrolio, dopo la frenata della vigilia, ha recuperato terreno: il Wti, contratto di consegna a febbraio, si attesta a 58,5 dollari al barile (+1,2%) e il Brent di marzo a 64,6 dollari (+0,9%).

 

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