Il Decreto legge Rilancio ridisegna i Pir per investire su imprese minori

06-PIRRoma, 13 maggio. Arrivano i nuovi Pir. Nella bozza del decreto Rilancio all’esame del Consiglio dei ministri compare la nuova misura volta a incentivare gli investimenti, sia in capitale di rischio sia in capitale di debito, nell’economia reale e, in particolare, nel mondo delle società non quotate. Sulla base della disciplina generale prevista per i Pir, si tende a convogliare in maniera consistente gli investimenti verso imprese di minori dimensioni, concedendo la possibilità agli investitori, di costituire un secondo Pir con vincoli di investimento più specifici. Gli investimenti qualificati, infatti, sono composti da strumenti finanziari, anche non negoziati in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, emessi o stipulati con imprese radicate in Italia, diverse da quelle i cui titoli azionari formano i panieri degli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati, nonché da prestiti erogati alle predette imprese e da crediti delle medesime imprese. Tra gli investimenti qualificati, quindi, oltre agli strumenti finanziari, sono incluse anche fonti di finanziamento, alternative al canale bancario, quali concessione di prestiti e acquisizione dei crediti delle imprese. Le disposizioni del decreto prevedono: un vincolo di concentrazione degli investimenti pari al 20%; limiti all’entità degli investimenti pari a 150.000 euro all’anno e a 1.500.000 euro complessivamente. La costituzione del nuovo Pir è possibile attraverso un’ampia categoria di intermediari, infatti gli investimenti qualificati possono essere effettuati, oltre che tramite OICR aperti e contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione, anche tramite FIA, come ELTIF, fondi di private equity, fondi di private debt e fondi di credito. Viene perciò abrogata l’agevolazione prevista in favore degli ELTIF.

 

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