Borsa. Powell delude sui tassi sotto zero e sulla ripresa dell’economia Usa e atterra i mercati. Cade Milano (-2%) zavorrata anche da Exor (-7,2%)

Piazza Affari

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Milano, 13 maggio – Jay Powell, il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, delude i mercati e, dopo la gelata di Anthony Fauci, lo specialista in malattie infettive e responsabile sanitario della task force della Casa Bianca sui rischi della riapertura, rincara la dose parlando di scenario incerto e tempi lunghi per la ripresa dell’economia Usa. Resta a bocca asciutta anche chi, come il presidente Usa, Donald Trump, sperava in un’apertura sui tassi negativi, per ora esclusi dal numero uno della Fed. Allarmi che si riflettono sui listini, con le Borse europee, già deboli prima di Wall Street, che chiudono tutte in rosso. Non fa eccezione Piazza Affari, dove l’indice Ftse Mib termina la seduta in calo del 2,1% con lo spread che si raffredda a 235 punti (sette meno di ieri). Tra gli investitori tornano così i timori sulla reale sostenibilità  della ripresa dopo il lockdown a fronte di un nuovo incremento dei contagi da Covid-19 in alcuni Paesi, tra i quali la Cina e la Germania. Le vendite si sono concentrate proprio su quei settori più colpiti dalla pandemia, come viaggi (-4,3% il sottoindice Stoxx), auto (-4,1%) e banche (-3,3%). Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione si registra il crollo di Exor (-7,2%) che sconta lo stop alla vendita di PartnerRe ai francesi di Covea. In flessione nel comparto del credito Mediobanca (-4,4%) e UniCredit (-3,8%). In controtendenza, invece, Diasorin (+7,5%) che ha ritirato la guidance per il 2020 ma registrando nel trimestre un utile a 37,7 milioni di euro in linea con le attese degli analisti. Prosegue il rally di A2a (+2,2%) dopo i rumors su una possibile aggregazione con Iren. Sul mercato dei cambi, l’euro è in calo sul dollaro dopo l’intervento di Powell e viene scambiato a 1,0841 contro il biglietto verde (contro 1,0858 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 116,07 yen (116,62), mentre il rapporto dollaro/yen è a 107,11 (107,28). Contrastato, infine, il prezzo del petrolio: il Wti con consegna a giugno segna +1,2% a 26,1 dollari al barile mentre il contratto di luglio sul Brent cede lo 0,7% a 29,7 dollari.

 

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