Banche. Patuelli (Abi): rivedere le regole sulle soglie dei NPL, nessuna fretta sul passaggio post-Covid

Antonio Patuelli, presidente dell'Abi

Antonio Patuelli, presidente dell’Abi

Roma, 16 settembre – “Le banche in Italia, dallo scoppio della pandemia, pur nelle complessità dell’emergenza sanitaria, hanno accentuato gli sforzi per contribuire alla resistenza dell’economia e alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli nell’aprire l’esecutivo Abi che ospita il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco ricorda le iniziative e le moratorie e chiede: “Occorre proseguire in revisioni e aggiornamenti, innanzitutto evitando di confermare l’introduzione di misure, pensate prima del Covid, come le nuove tempistiche della maturazione dei deterioramenti dei prestiti bancari e conseguentemente delle svalutazioni relative. Quelle soglie, pensate prima del Covid, erano già troppo sincopate, soprattutto per le abitudini italiane: ora, con e dopo il Covid, a maggior ragione, chiediamo siano ripensate e riviste. Cosi come non deve essere traumatico e frettoloso il passaggio dalle regole bancarie proprie dell’emergenza Covid a quelle post pandemia, oltretutto quando la pandemia è ancora in atto e non si sa quando finirà”. ”Importantissime sono le decisioni della Ue per gli investimenti per la ripresa, ma saranno non velocissime le procedure di adozione e di ratifica da parte degli organi costituzionali di ben 27 Stati nazionali. Quindi non è imminente l’arrivo dei fondi europei tanto attesi ed utili”.

Partendo da questa premessa il presidente dell’Abi,. Antonio Patuelli in esecutivo Abi chiede: “Pertanto, a maggior ragione, occorre che la legge italiana di bilancio per il 2021 sia anche orientata decisamente da subito al sostegno dello sviluppo. In tal senso è molto importante l’adozione di una nuova e rafforzata ACE per favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese. E’ indispensabile concentrare ora gran parte degli sforzi per la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione produttiva: ciò sia per ragioni economiche e sociali, sia per far meglio fronte al debito pubblico italiano che non può crescere all’infinito e non può essere all’infinito assorbito dalla Bce e dalla Banca d’Italia”.

 

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