Borsa. Milano frena sul finale (+0,5%) con il Recovery Fund ma resta al top da marzo

Piazza Affari

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Milano, 21 luglio – Seduta a doppia faccia per le Borse europee, che comunque hanno chiuso in rialzo, con Francoforte (+0,96%) che ha provato ad azzerare le perdite del 2020. I principali listini sono stati dominato dall’euforia nella prima parte della giornata, sulla notizia del raggiunto accordo sul Recovery Fund tra i capi di stato del Consiglio europeo. Nel pomeriggio, poi, hanno rallentato l’andatura risentendo del così detto ‘sell on news’, vendi sulla notizia, oltre che della debolezza del Nasdaq, che tuttavia proprio ieri si era spinto su nuovi livelli da record. Milano, che era arrivata a guadagnare un progresso di oltre il 2%, ha terminato in rialzo dello 0,49%. Il Ftse Mib, pur non tenendo i 21mila punti conquistati nel corso della seduta, si attesta sui massimi da inizio marzo. Lo spread ha chiuso in area 155 punti (+0,39%).Piazza Affari è stata sostenuta soprattutto dalle banche, spinte a loro volta sia dalla prospettiva che l’accordo europeo favorisca un’ulteriore discesa del differenziale tra Bund e Btp a dieci anni, sia dalle scommesse sul risiko bancario. Il mercato scommette che l’aggregazione tra Intesa Sanpaolo (+1,6%) e Ubi (+0,19%), dopo il ritocco dell’offerta da parte dell’istituto guidato da Carlo Messina, non solamente andrà in porto, ma aprirà le danze per altre operazioni. Così Banco Bpm è salita dello 0,44%, Unicredit dell’1,4%. Fuori dal paniere principale è continuata la marcia al rialzo di Banca Mps (+0,39%). Sono inoltre andate bene le Moncler (+2,4%) e le azioni del comparto oil, oltre che Pirelli, in evidenza con un balzo del 3,7%. Per contro Telecom ha perso il 2,5% e Leonardo il 2,3%. Sul fronte dei cambi, l’euro continua a rimanere forte nei confronti del biglietto verde: è scambiato a 1,1493 dollari (1,1448 ieri in chiusura). La divisa quota inoltre 122,8 yen (122,63 ieri), mentre il dollaro/yen si attesta a 106,83. E’ in netto rialzo anche il petrolio: il wti, contratto con consegna a settembre, si attesta a 42,37 dollari al barile, in progresso del 3,59%. Continua la marcia al rialzo dell’oro che vale 1836,8 dollari l’oncia (+1,1%).

 

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