NFP US: sorpresa positiva sul lavoro, +225mila nuovi posti a gennaio negli Stati Uniti. Analisi di Filippo Diodovich

FOTOL’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di gennaio, sono stati creati, nei settori non agricoli, 225 mila nuovi posti di lavoro, cifra ben superiore rispetto alle attese del consensus (+160k). Il tasso di disoccupazione è salito al 3,6% dal 3,5% (consensus 3,5%). Riviste lievemente al rialzo le cifre dei mesi scorsi (+7 mila posti di lavoro rispetto alle stime precedenti). Il dato di novembre è stato rivisto a +261k (da +256k), quello di dicembre a +147k (da +145k). Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 12,2%, disoccupazione donne (3,2%), bianchi (3,1%), afroamericani (6,0%), asiatici (3,0%), ispanici (4,3%). Su base mensile i salari sono saliti dello 0,2% (consensus +0,3%), su base annuale sono saliti del 3,1% (aspettative +3%).

Cifre positive quelle sul mondo del lavoro statunitense, che non hanno, però, avuto un concreto impatto sull’andamento del biglietto verde sui mercati valutari. Abbiamo osservato un aumento iniziale delle quotazioni ma dopo pochi minuti siamo tornati sui valori pre-dato. Molto bene la creazione di posti di lavoro salita nuovamente sopra i 200mila impieghi. E grazie alle revisioni positive dei mesi precedenti la media di nuovi impieghi creati dall’amministrazione Trump degli ultimi 3 mesi è stata pari a 211 mila nuovi posti di lavoro. Una media sopra 200k è uno degli obiettivi più ambiziosi da parte della Federal Reserve.

Ricordiamo come le cifre sul mondo del lavoro siano fondamentali anche per la campagna elettorale di Donald Trump per le presidenziali di novembre. Non possiamo dimenticare come il presidente alla ricerca di un secondo mandato abbia speso 10 milioni di dollari per uno spot pubblicitario di 30 secondi durante il Superbowl tra Kansas City e San Francisco per ribadire che grazie a lui l’America è più forte, più sicura e più ricca di prima (stronger, safer and more prosperous) e per sottolineare i risultati in campo economico: la crescita dei salari dei lavoratori più alta nell’ultimo decennio e il tasso di disoccupazione ai minimi degli ultimi 49 anni con record storici per l’occupazione di afro-americani e ispanici. Dopo il dato sono leggermente aumentare le probabilità di una FED immobile sui tassi almeno fino all’estate. Riteniamo che l’atteggiamento del governatore della FED Jerome Powell di “wait and see” possa essere mantenuto per lunghissimo tempo con i tassi di interesse sui livelli attuali. Dopo i dati macroeconomici sul lavoro i mercati scontano con una probabilità superiore al 50% che la FED possa scegliere di abbassare il costo del denaro solamente nel terzo trimestre 2020.

Filippo Diodovich, senior market strategist di IG

 

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