Borsa. Segnali distensivi dal G7 calmano i mercati. Milano chiude a + 1%

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 26 agosto – Piazza Affari ha chiuso in rialzo una seduta volatile per tutti i listini europei. In attesa di indicazioni sulla soluzione della crisi di governo e alla vigilia di una nuova tornata di consultazioni, il Ftse Mib ha terminato la prima seduta della settimana in progresso dello 0,99%, facendo meglio di Parigi e Francoforte, con Londra che è rimasta chiusa per festività Milano è stata sostenuta soprattutto dai titoli bancari, Ubi banca in testa (+2,1%), con lo spread poco mosso a 201 punti base. Dopo un avvio cauto, gli indici continentali in mattinata hanno trovato slancio nella schiarita sulle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, per poi perdere un po’ di smalto rispetto ai massimi di giornata. Dopo un fine settimana ad altissima tensione, con la Cina che venerdì aveva annunciato nuovi dazi su 75 miliardi di dollari di importazioni americane e la contromossa del presidente americano Donald Trump che aveva minacciato di inasprire i dazi già esistenti e quelli che scatteranno il primo settembre e il 15 dicembre, dal G7 di Biarritz sono arrivate parole incoraggianti. ‘La Cina ha contattato la scorsa notte i nostri negoziatori per il commercio e ha chiesto di tornare al tavolo delle trattative, cosa che faremo. Penso che vogliano fare qualcosa’, ha detto Trump, parlando di ‘uno sviluppo molto positivo per il mondo’ e spiegando di volere riaprire il dialogo per evitare lo scontro aperto. E nel pomeriggio Trump ha aggiunto di ritenere che la Cina sia ‘sincera’ sulle sue intenzioni e che ‘vuole un accordo’ con gli Usa. Intanto Wall Street viaggia in terreno positivo dopo il forte calo di venerdì scorso, con le Borse asiatiche che sono quelle che questa mattina hanno pagato di più per le tensioni tra i due colossi economici mondiali. Il petrolio ha avuto un andamento altalenante, in chiusura dei mercati europei, a New York il contratto sul Wti consegna ad ottobre sale dello 0,15% a 54,1 dollari al barile, quando il Brent del Mare del Nord di pari scadenza si attesta a 59,22 dollari al barile (-0,2%). Sul mercato dei cambi, infine, la moneta unica passa di mano a 1,1111 dollari (1,1134 in avvio e 1,1065 venerdì in chiusura) e a 117,783 yen (117,678 e 117,79), con il biglietto verde vale 105,999 yen (105,654 in avvio). Sempre sul fronte valutario, da segnalare che questa mattina lo yuan è sceso ai minimi da 11 anni.

 

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