Borsa. Nuovi dazi di Trump affossano i listini. A Milano (-2,4%) vanno al tappeto ST e CNH

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

La Borsa in Piazza degli Affari a Milano

Milano, 2 agosto – Le Borse europee escono con le ossa rotte dall’ultima seduta della settimana, piegate dai nuovi dazi di Trump contro la Cina. I settori più penalizzati nel Vecchio Continente sono in particolare auto e tecnologici, più sensibili alla crisi del commercio che vede contrapposte Washington e Pechino. A far scattare le vendite, amplificate dopo l’apertura negativa di Wall Street, è stato l’annuncio dato ieri sera dal presidente Usa di dazi del 10% su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi dal prossimo primo settembre. Balzelli che potrebbero salire fino al 25%, con Pechino già pronta reagire. Il risultato è la fuga dal rischio degli investitori, che ha mandato in profondo rosso tutti i listini d’Europa con ribassi tra il 2% e il 3%. Il Ftse Mib ha chiuso con una perdita del 2,4% con lo spread in discesa in area 202,7 punti. Seduta da dimenticare per St (-6,67%) e Cnh (-6,76%), che perdono come i loro concorrenti nel resto d’Europa. Risente della debolezza del comparto auto soprattutto Pirelli (-6,9%) dopo la revisione di alcuni target per la fine dell’anno. Giù Fca (-3) e Ferrari (-4,35%) dopo i risultati del secondo trimestre, con gli analisti convinti che il titolo abbia già corso molto rispetto ai multipli. Si salvano solo le utility, con A2a (+1,45%), Terna e Italgas. Vendite anche su assicurazioni e banche, con Ubi che cede il 2,5% dopo una semestrale in linea con le attese in cui ha realizzato un utile netto di 130,9 milioni, in calo del 37,3% (su cui pesano gli impatti della cessione di 900 milioni di Npl). Sul fronte dei cambi, invece, la moneta unica ha recuperato dai minimi da maggio 2017 verso il dollaro e passa di mano a 1,1101 (1,1061 ieri). L’euro resta molto debole verso lo yen a 118,36 (119,70), con la divisa giapponese che si è rafforzata anche verso il dollaro: il biglietto verde passa di mano a 106,62 (108,25). Il petrolio, infine, recupera dai cali di ieri e il contratto sul Wti con consegna a settembre sale del 2,8% a 55,5 dollari al barile, mentre il Brent del Nord per ottobre vale 62,3 dollari (+3%).

Questa voce è stata pubblicata in Finanza e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


tre + sei =

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>