Bce. A Vilnius atteso un tono “dovish” e i termini del nuovo round delle aste TLTRO

Il Presidente della Bce, Mario Draghi

Il Presidente della Bce, Mario Draghi

Milano, 4 giugno – La riunione del consiglio direttivo della Bce che si terrà in questa occasione giovedì a Vilnius in Lituania sarà caratterizzata da toni di massima cautela (“dovish”) sull’andamento dell’economia europea che non sembra ancora in grado di riprendere quota dopo la frenata di fine 2018-inizio 2019. In linea di massima, gli analisti non si attendono modifiche alla forward guidance che dal vertice di marzo prevede tassi sui livelli attuali “almeno fino a fine 2019″ anche se alcune banche ora spostano apertamente più in là il primo rialzo dei tassi. Secondo Ubs questo non avverrà prima del settembre 2020, il che significherebbe anche spostare molto più nel futuro l’altro elemento della forward guidance secondo cui la politica di reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza proseguirà a lungo dopo il primo rialzo dei tassi. La riunione di Vilnius potrebbe invece portare importanti novità sul nuovo round di aste Tltro che saranno lanciate a partire da settembre. I mercati si attendono in particolare di sapere a che tasso verranno offerti i fondi al sistema bancario dell’eurozona.

Sempre in tema di banche, ad aprile Draghi aveva indicato che la Bce aveva deciso di valutare se occorressero misure per attenuare l’impatto negativo (se mai ve ne sia uno) dei tassi negativi sui depositi overnight sui bilanci delle banche. Vilnius potrebbe essere l’occasione giusta per fornire ulteriori dettagli su questo tema e di certo non mancheranno le domande a riguardo in conferenza stampa così come non mancherà di essere sollevato il caso Italia, ovvero il rischio che la Commissione Europea possa consigliare ai paesi membri di avviare una procedura di infrazione nei confronti di Roma per violazione degli obiettivi di deficit e debito. Durante la conferenza stampa Draghi svelerà inoltre le nuove proiezioni degli esperti dell’eurosistema sulla crescita di Pil e inflazione nel corso del prossimo triennio. Il consensus è che la stima per il 2019 venga lasciata invariata all’1,1% mentre quella al 2020 potrebbe essere ridotta di un decimo all’1,5%. La stima per il 2021 potrebbe invece essere lasciata invariata sempre all’1,5%. Attese anche le stime per l’inflazione che secondo alcuni analisti potrebbero vedere un aumento di un decimo della previsione per il 2019 all’1,3% sebbene il dato pubblicato oggi sull’andamento dei prezzi a maggio, sceso all’1,2% dall’1,7% di aprile, potrebbe pesare sul numero finale.

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