Borsa. La guerra dei dazi frena l’Europa. A Milano (-0,3%) crolla Bper

borsa-italiana-elezioniMilano, 8 agosto – L’escalation della guerra commerciale sui dazi colpisce ancora e, dopo la pausa di ieri, sulle borse europee è tornata a prevalere la volatilità. Il botta e risposta tra Usa e Cina infatti continua, con Pechino che ha annunciato ritorsioni commerciali con misure equivalenti a quelle di Washington che dal prossimo 23 agosto farà scattare dazi al 25% su 16 miliardi di dollari di merci cinesi. A pesare sui listini, soprattutto nella fase finale di mercato, anche il crollo del petrolio, in netto calo dopo i dati sulle scorte Usa risultati molto peggio delle attese. Hanno fatto le spese di tutto ciò i listini del Vecchio Continente, con una seduta volatile e nervosa. Il Ftse Mib alla fine ha lasciato sul terreno lo 0,29%, con lo spread con il Bund che ha chiuso in rialzo a 251 punti. Gli altri listini europei: Parigi (-0,35%), Madrid (-0,28%) e Francoforte (-0,12%). Fa eccezione Londra, l’unica in positivo a +0,6%. Tornando a Piazza Affari, la maglia nera è andata a Bper, il titolo peggiore, che ha terminato la seduta con un tonfo finale del 5,9%. La banca ha diffuso ieri a mercati chiusi i conti semestrali, con un utile netto quasi triplicato a 307,9 milioni di euro ma gli analisti si aspettavano di più, soprattutto nel periodo aprile-giugno. Tra i big le vendite hanno toccato anche Moncler (-2,2%) e Intesa Sanpaolo (-1,2%). Dall’altro lato del listino è andata in controtendenza Pirelli (+2,38%), che dopo i conti ha confermato i target di redditività sul 2018. Fuori dal listino principale spicca Salini Impregilo, che ha guadagnato il 3,9% sull’onda dell’imminente vendita di una parte delle attività in Nord America della Lane Industries (a un prezzo maggiore di quanto pagato a suo tempo per acquistarle). Tra i titoli in flessione Banca Carige (-2,1%) alle prese con il taglio del rating da parte di Moody’s. Sul fronte dei cambi, l’euro ottiene un lieve recupero e, dopo aver toccato il picco di 1,162 dollari, viene scambiato a fine seduta a 1,160 contro il biglietto verde (1,159 ieri). La moneta unica cala a 128,78 yen (128,9). Il dollaro contro la valuta giapponese scende a quota 111,007 (111,18). In netta discesa, infine, il petrolio, sulla scia delle scorte Usa ridotte meno delle stime: il Wti con contratto di consegna a settembre viene scambiato a 66,79 dollari (-3,4%), il Brent su ottobre vale 72,28 dollari (-3,2%).

 

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