Candriam. Rapporto ESG Paesi 2017, Italia al 39° posto

downloadCandriam Investors Group, gestore patrimoniale paneuropeo multi-specialista di proprietà di New York Life Investment Management (NYLIM), ha pubblicato il suo Rapporto ESG Paesi 2017, in risposta alla crescente domanda da parte degli investitori per un approccio d’investimento che tenga conto delle esternalità ambientali o sociali fino a poco tempo fa considerate “ininfluenti”. Avvalendosi del suo consolidato processo Best in Universe ESG, Candriam svolge una valutazione complessiva del potenziale di sviluppo sostenibile di ciascun Paese, nonché dei rischi non finanziari e delle opportunità che incidono sulla creazione di valore a lungo termine.

L’analisi ha classificato i Paesi in funzione di quanto sostenibilmente gestiscono il proprio capitale umano, naturale, sociale ed economico e ha analizzato e valutato 123 Paesi, tra economie avanzate ed emergenti.

L’Italia si posiziona al 39° posto con un punteggio di 62,21/100. Il Paese mostra buoni risultati sul fronte del capitale umano, naturale e sociale, mentre presenta ancora qualche deficit dal punto di vista economico, legato prevalentemente al debito pubblico elevato alle difficoltà del sistema bancario, che sono comunque in fase di miglioramento, tanto che Candriam prevede un graduale aumento del punteggio ESG dell’Italia sul breve-medio termine.

I 74 Paesi sono stati classificati come investibili. È l’Europa il continente più sostenibile: ben 18 dei primi 20 Stati sono infatti situati nel Vecchio Continente. In particolare, ai primi posti figurano Svezia, Norvegia, Svizzera, Islanda e Lussemburgo.

Sono 40 i Paesi emergenti valutati come investibili, grazie anche al miglioramento del capitale economico di molti di essi, tra i quali India, Polonia, Messico, Indonesia, Costa d’Avorio. Paesi di grande rilevanza come Cina e India stanno inoltre riorientando le propri politiche pubbliche in favore di una crescita più verde.

Le prospettive future per il settore bancario italiano, soprattutto a medio-lungo termine, sono piuttosto positive, in quanto le riforme necessarie sono state avviate e dovrebbero dare i loro frutti. I coefficienti patrimoniali delle banche importanti sono in progressivo miglioramento (es. l’aumento di capitale di Unicredit, la liquidazione delle banche venete) e il processo di riduzione delle sofferenze è in corso, ma l’attuale sforzo di consolidamento di alcune piccole banche per creare player di maggiori dimensioni rischia di non essere sufficiente a consentire una maggiore efficienza operativa per il settore nel suo complesso. Un sistema bancario ristrutturato, consolidato e più stabile migliorerà quindi in modo consistente il punteggio ESG del Paese. A riprova di ciò, già oggi il raggiungimento da parte dell’Italia della performance media di uno solo dei criteri adottati da Candriam per analizzare il capitale economico in chiave ESG (“La salute del sistema finanziario”) avrebbe fatto guadagnare una posizione in classifica al Paese.

 

L’Italia, gli attuali punti di forza e di debolezza nell’analisi ESG di Candriam

 

Punti di forza. Gli italiani sono una delle popolazioni più sane del mondo, con una delle più alte aspettative di vita. L’infrastruttura sanitaria è ben sviluppata e il sistema sanitario è economicamente più efficiente rispetto ad altri Paesi OCSE. Il consumo di energia è inferiore rispetto alla media dei Paesi sviluppati e la sua produzione attraverso rinnovabili è piuttosto rilevante e in rapido aumento. Le emissioni di CO2 per abitante e per unità di PIL sono relativamente modeste rispetto alla media OCSE. Dal punto di vista sociale, in Italia vi è un elevato livello di sicurezza e un numero di detenuti piuttosto ridotto rispetto agli standard delle economie sviluppate.

 

Punti di debolezza. L’Italia ha un tasso di occupazione piuttosto basso, ed elevate sono la disoccupazione giovanile e l’incidenza di contratti precari. Tuttavia lo scenario è in miglioramento. Il Paese – dove la corruzione è elevata – tende a registrare diseguaglianze economiche più forti e una maggiore prevalenza della povertà. Dal punto di vista economico, l’Italia detiene uno dei debiti pubblici più consistenti del mondo in proporzione al PIL, anche se le famiglie italiane sono chiaramente meno indebitate della media OCSE. Il Paese ha registrato un leggero ritardo rispetto ad altre economie sviluppate per quanto riguarda il consolidamento del bilancio. Negli ultimi tre anni, il suo disavanzo di bilancio è stato sistematicamente uno dei maggiori dell’OCSE. L’Italia ha vissuto una stagnazione economica nella maggior parte degli ultimi dieci anni e i tassi di crescita del PIL previsti per il 2017 e il 2018 rimangono inferiori a quelli di altri Paesi sviluppati.

 

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