Financière de l’Echiquier. Il punto della settimana sui mercati. Commento di Marc Craquelin

Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier

Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier

L’attualità politica è stata molto ricca la scorsa settimana con, in particolare: 1/ i missili statunitensi  contro una base militare in Siria. Di fronte alla provocazione siriana la politica improntata a maggior fermezza del presidente Trump prende le distanze da quella di Barack Obama. Ne consegue una leggera avversione al rischio sui mercati, che si manifesta tra l’altro con una flessione dei tassi statunitensi a lungo termine; 2/ le dichiarazioni di Paul Ryan relative alla riforma fiscale. Quest’ultima dovrebbe impiegarci più del previsto e non avrebbe nessuna conseguenza positiva in termini di crescita economica prima del 2018. E’ una (piccola) delusione aggiuntiva per i mercati azionari americani i cui EPS continuano a subire revisioni al ribasso; 3/ la pubblicazione dei verbali della Fed il cui stile è più aggressivo di quanto ci aspettavamo. Si rafforzerebbe la probabilità di una riduzione della dimensione del bilancio della Fed già a fine 2017 mentre gli investitori puntavano piuttosto sul 2018. Stando invece ai verbali della Bce e al discorso del suo presidente, Mario Draghi, sono estremamente risicate le probabilità di una riduzione da parte di Francoforte degli acquisti di titoli e/o di un aumento dei tassi nel prossimo futuro. In questo contesto, il dollaro si è rafforzato in modo significativo nei confronti dell’euro; 4/ lo scarto ridotto tra i quattro candidati in testa ai sondaggi per le presidenziali francesi. La vittoria di Emmanuel Macron rimane il nostro scenario centrale. Ancorché non si possa escludere che passi un candidato più estremista i nostri fondi diversificati accentuano il loro profilo difensivo. Quanto agli indicatori economici ci concentriamo soprattutto sulla riduzione delle vendite di veicoli nuovi negli Stati Uniti, che hanno raggiunto il minimo da due anni. Il trend è probabilmente destinato a durare visto che le vendite degli ultimi anni hanno goduto del sostegno artificiale degli sconti e di una politica lassista in materia di erogazione del credito. Le scorte di autovetture nuove hanno raggiunto il massimo dal 1989. Questi elementi ci hanno portati a rivedere l’esposizione dei nostri portafogli al settore automobilistico. Altrove nel mondo, i PMI cinesi si stabilizzano su un livello coerente con uno scenario di progressivo atterraggio delle attività. Nell’Eurozona i PMI continuano a crescere, confermando la ripresa economica.

 

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