La filatelia è un investimento culturale, ma qualche soldo ci può scappare. Intervista con Fabio Vaccarezza

L'ingegnere Fabio Vaccarezza, giornalista, filatelista e divulgatore.

L’ingegnere Fabio Vaccarezza, giornalista, filatelista e divulgatore.

Quanto vale il mercato filatelico europeo e italiano? Ci sono stime attendibili?

“Tutti gli operatori del settore, dai commercianti agli editori a Poste Italiane, sono un po’ restii a divulgare i loro dati. Forse per non far toccare con mano la lenta e costante contrazione del mercato filatelico. Nel 2008 l’esperto Emanuele Gabbini stimava il mercato italiano in 150 milioni di euro su un totale di 55mila collezionisti attivamente impegnati. Nel 2013 le stime erano scese a 120 milioni di euro su 35mila collezionisti. Queste cifre sono in costante diminuzione in Italia e in Europa”.

La Grande Crisi è alle nostre spalle, ma gli effetti sono ancora visibili. Il mercato filatelico ne ha risentito? In che modo?

“Il mercato si è contratto con una diminuzione della domanda. Le case d’asta con prodotti di alto costo mantengono ancora le loro posizioni, non così il commercio corrente. Molti commercianti e negozi hanno accusato pesantemente la crisi. Inoltre la concorrenza via Internet è notevole: basti pensare che il sito di Delcampe ha un’offerta di oltre 40 milioni di lotti che possono essere acquistati quasi sempre al prezzo base”.

La filatelia soddisfa la domanda di conoscenza della storia dell’uomo attraverso la raccolta e la collezione di francobolli o buste viaggiate. Il collezionismo filatelico potrebbe riservare la piacevole sorpresa di rivelarsi un investimento redditizio?

“Sgombriamo subito il campo da un luogo comune: la filatelia è un investimento redditizio solo se si è esperti e se ci si riferisce ai francobolli rari e rarissimi, come un Centesimo Magenta della British Guiana venduto a prezzi da capogiro (vedi box n. d. r.). Secondo l’operatore Stanley Gibbons le quotazioni dei 30 francobolli più rari del Regno Unito sono aumentate al ritmo del 10% l’anno dal 1954 ad oggi. Ma se guardiamo al collezionismo di tutti i giorni, i più oculati dei collezionisti, in caso di vendita delle loro raccolte, possono solo sperare di recuperare quanto hanno speso per allestirle. Il collezionismo filatelico è un hobby e gli hobby costano, ma regalano ore e giorni di sereno divertimento. Il miraggio dell’investimento profittevole non deve essere la molla per iniziare una collezione”.

Quali sono le regole auree da tener presenti in chi volesse addentrarsi in un settore così affascinante?

“Per chi volesse iniziare consiglio anzitutto di collezionare solo ciò che piace. Come fanno le donne collezioniste che raccolgono francobolli per ragioni estetiche. Il primo approccio devono essere amici e collezionisti. Per gli esemplari più costosi bisogna sempre rivolgersi  a commercianti esperti e farli periziare, evitando quindi le offerte clamorose, che possono rivelarsi spiacevoli inganni, su Internet. Utilizzare Internet con parsimonia per gli acquisti ma anche per fare ricerche e raccogliere informazioni. Se non c’è un circolo filatelico nelle vicinanze, suggerisco di iscriversi ad un forum online di filatelia: diventando membro di un circolo virtuale non solo si ricevono consigli dagli utenti esperti, ma, contemporaneamente, si socializza, aspetto molto importante nello sviluppo di un hobby che deve generare divertimento”

La filatelia come collezionismo di pregio, a sentire gli esperti e gli stessi filatelisti, rischia di estinguersi senza ricambio generazionale. Come si possono avvicinare le giovani generazioni al francobollo, considerato che molte comunicazioni oggi passano attraverso le mail e l’utilizzazione dei francobolli è diminuita sensibilmente? “

“I giovani hanno stimoli molto forti che provengono da Internet, dai social network, dai terminali mobili. Se nuovi strumenti li distraggono si deve cercare di sfruttare le nuove tecnologie in due modi: utilizzandole per la filatelia e facendo in modo che Internet e i moderni mezzi di comunicazione siano utili per il nuovo modo di collezionare e per acquisire nuovi collezionisti. Nello stesso tempo, però, per allargare la base collezionistica credo ci si debba rivolgere ad un target di persone non giovanissime, economicamente indipendenti e con un po’ di tempo libero. Ma soprattutto occorre mostrare che il collezionismo filatelico è un collezionismo intelligente. Il francobollo non racconta solo la storia della posta, delle comunicazioni, della evoluzione di un Paese, è in generale cultura. Sapendo guardare il francobollo con curiosità la fascia di coloro che possono interessarsene aumenta a dismisura”.

 

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