Ulisse, l’ultima Odissea: la metafora del viaggio senza fine dell’uomo

Ieri nell’antico teatro in pietra di Siracusa oltre 4mila persone hanno assistito al debutto, in anteprima mondiale, di Ulisse, l’ultima Odissea, lo spettacolo ideato e magistralmente diretto da Giuliano Peparini nella traduzione di Francesco Morosi, tributandogli applausi a scena aperta (nella foto di Franca Centaro un momento dello spettacolo

Ieri nell’antico teatro in pietra di Siracusa oltre 4mila persone hanno assistito al debutto, in anteprima mondiale, di Ulisse, l’ultima Odissea, lo spettacolo ideato e magistralmente diretto da Giuliano Peparini nella traduzione di Francesco Morosi, tributandogli applausi a scena aperta (nella foto di Franca Centaro un momento dello spettacolo

Giambattista Pepi. L’Odissea, uno dei due grandi poemi epici greci del poeta Omero, che narra delle vicende dell’eroe Odisseo (o Ulisse, se preferite il nome latino), dopo la fine della Guerra di Troia, è un’opera infinita e senza tempo. E’ la metafora del viaggio dell’uomo. Dal grembo materno dove si accende la vita fino alla luce del mondo. Dall’inconscio alla coscienza. Dal tempo del gioco alla competizione e alla lotta. Dal candore dell’innocenza alla corruzione del peccato, sordido anfratto dove si perde il pudore, la prudenza, l’equilibrio, la misura e si finisce soggiogati dai sentimenti più biechi: la violenza, l’opportunismo, il tradimento, la falsità, l’infamia. Tutto attraverso passaggi stretti, strade anguste, percorsi accidentati. E allora, la domanda che dovremmo porci è: chi è Odisseo? Odisseo siamo noi. Ciascuno di noi. Che ricerca, esplora, sale, scende, parte, ritorna, si batte, cade, si rialza, cammina, per dare senso alla propria vita, soddisfare bisogni, raggiungere mete, realizzare sogni, aspirazioni, ambizioni. Viaggiatori ma anche naufraghi, talora relitti in un mondo dove non puoi fermarti. Mai.

Ecco perché ieri nell’antico teatro in pietra di Siracusa oltre 4mila persone hanno assistito al debutto, in anteprima mondiale, di Ulisse, l’ultima Odissea, lo spettacolo ideato e magistralmente diretto da Giuliano Peparini nella traduzione di Francesco Morosi, tributandogli applausi a scena aperta.

Giuseppe Sartori che interpreta Odisseo-Ulisse e Giovanna Di Rauso, che interpreta Circe nella foto di Aliffi

Giuseppe Sartori che interpreta Odisseo-Ulisse e Giovanna Di Rauso, che interpreta Circe nella foto di Aliffi

Al contrario di Achille, personaggio principale dell’Iliade, che agisce secondo istinti primordiali (l’ira in particolare), Odisseo invece (uomo dal multiforme ingegno) ricorre sovente a stratagemmi e ai suoi molteplici talenti (sua l’idea del cavallo per espugnare e distruggere Troia con l’aiuto della dea Atena, dopo dieci anni di inutile assedio; è lui l’artefice della costruzione della zattera sull’isola di Calipso, è Odisseo a celare la sua vera identità per sfuggire alla collera del ciclope Polifemo quando l’avrebbe accecato per salvare sé stesso e i suoi compagni da una tragica fine, è sempre lui a fingersi mendicante ad Itaca per verificare chi gli sia rimasto fedele e chi lo ha tradito). Quindi, mentre Achille rappresenta l’uomo che eccelle per forza fisica, dominato dall’impulsività, Odisseo eccelle in astuzia e intelligenza, agisce consciamente, riuscendo tramite le sue abilità a dominare l’ambiente circostante che altrimenti l’avrebbe sopraffatto. Un personaggio antico, ma nello stesso tempo contemporaneo. Classico, ma moderno.

Alessio Del Mastro anima di Tiresia con alle spalle Gianlorenzo De Donno (foto Aliffi)

Alessio Del Mastro anima di Tiresia con alle spalle Gianlorenzo De Donno (foto Aliffi)

Il pubblico del Teatro Greco, tra gli spettatori anche Veronica Peparini e il ballerino Andreas Müller, è andato in delirio davanti alla maestria del dialogo straordinario tra teatro, musica, danza e arti acrobatiche presentato da Peparini nella nuova produzione della Fondazione INDA: uno spettacolo moderno ma profondamente rispettoso del testo di Omero, ambientato in un aeroporto e accompagnato dalle musiche originali del gruppo canadese di ispirazione indie-folk Reuben and the Dark. Ulisse, l’ultima Odissea rimarrà in scena al Teatro Greco di Siracusa fino al 2 luglio, chiude in bellezza il 58° ciclo di rappresentazioni classiche dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Poi Ulisse sarà itinerante con rappresentazioni a Pompei, ad Ostia antica e a Milano.

“L’Odissea è uno dei testi più emozionanti del nostro canone – ha scritto Peparini nelle note di regia – è un testo che condensa tutti i sentimenti più intensi: l’attaccamento disperato alla vita, l’odio travolgente e l’amore incondizionato, la passione sfrenata e il freddo calcolo, la paura e il dolore della perdita, la nostalgia e la sete di conoscenza. Nel nostro spettacolo, facciamo vivere e prorompere tutte queste emozioni, nelle voci degli interpreti e nei corpi dei nostri performers. Oltre ai viaggi lontani o fermi, scegliendo di trattare il tema di Ulisse questo spettacolo parla anche del nostro tempo, e di noi: mette in scena un uomo che si è perso e cerca di nuovo la strada di casa”.

Il momento finale dello spettacolo (foto Aliffi)

Il momento finale dello spettacolo (foto Aliffi)

A interpretare Odisseo Giuseppe Sartori tornato a Siracusa dopo il grande successo riscosso nelle ultime stagioni nel ruolo di Oreste e di Edipo. Nel cast Massimo Cimaglia (Aedo/Polifemo), Giulia Fiume (Calipso/Anima di Anticlea), Alessio Del Mastro (Anima di Tiresia/Lo spazzino), Giovanna Di Rauso (Circe), Gabriele Beddoni (Argo), Gianlorenzo De Donno (un viaggiatore), i performer Gabriele Baio, Michele Barile, Andrea Biagioni, Luca Capomaggi, Dennis Cardinali, Jhonmirco Baluyot Cruz, Mariaelena Del Prete, Gloria Ferrari, Gianmaria Giuliattini, Luca Gori, Giulio Hoxhallari, Raffaele Iorio, Claudio Lacarpia, Theo Legros-Lefeuvre, Christian Pace, Carlo Padulano, Andrea Raqa, Giuseppe Savino, Andrea Tenerini, Giuseppe Troise (compagni di Odisseo/viaggiatori bloccati), Dennis Carletta, Simone Cataldo, Tancredi Di Marco, Rosario Graceffa, Giuseppe Orto, Gabriele Scatà (viaggiatori). Nello spettacolo sono coinvolti anche gi allievi dell’Accademia d’Arte del dramma antico. Le scene sono di Cristina Querzola e Lucia D’Angelo, i costumi di Valentina Davoli, le coreografie di Giuliano Peparini, le musiche della band Reuben and the Dark, light designer è Alessandro Caso, videomaker è Edmundo Angelelli, assistenti alla regia sono Tim Vranken e Gianluca Merolli, assistente coreografo è Francesco Sarracino, assistente costumista è Silvia Oliviero, ideazione e direzione dei cori cantati Simonetta Cartia, direzione del coro Elena Polic Greco, direttore di scena è Mattia Fontana, assistenti alla direzione di scena Dario Castro, Eleonora Sabatini, assistente alla drammaturgia Aurora Trovatello; coordinatori artistici sono Federica Panzeri e Christophe Allemann.

 

 

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