Janus Henderson. Riunione della BCE: “La guidance sui tassi fornita oggi potrebbe rivelarsi troppo ottimistica”

foto European_Central_Bank_-_building_under_construction_-_Frankfurt_-_Germany_-_14La Bce si unirà al club (sempre più grande)  delle banche centrali che alzano i tassi di interesse nel 2022. Nelle decisioni di politica monetaria di giovedì, la Bce si è impegnata a rialzare i tassi per la prima volta dal 2011 e nel farlo ha espresso la chiara aspettativa per cui entro la fine di quest’anno si assisterà alla fine dei tassi negativi nell’Eurozona. ”Gli investitori si aspettavano che in questa riunione venisse annunciata la fine del Asset Purchase Program e che venissero fornite indicazioni per un rialzo dei tassi di 25bps o 50bps a luglio. Si sperava anche che venisse annunciato uno strumento per affrontare il rischio di un aumento degli spread tra i rendimenti delle obbligazioni periferiche e di quelle tedesche; quello che la Bce definisce il “rischio di frammentazione”. Le aspettative degli investitori riguardo agli acquisti di asset e alla gestione dei tassi sono state soddisfatte, con la Bce che ha posto l’accento su entrambe le azioni fornendo indicazioni piuttosto chiare non solo sull’entità del rialzo dei tassi a luglio (25 pb), ma ha anche chiaramente guidato il mercato a prevedere almeno un ulteriore aumento di 25 pb a settembre (con il rischio che l’aumento sia anche più consistente) e ulteriori rialzi in seguito. Se da un lato la Bce ha forse esagerato con le aspettative di rialzo dei tassi, dall’altro ha deluso nell’illustrare il proprio approccio alla gestione dei rischi di frammentazione. Non sono stati annunciati nuovi strumenti e l’impegno della Bce a limitare la frammentazione rimane più un desiderio che un fatto, dato che attualmente si limita ad allocare in modo flessibile i reinvestimenti del programma PEPP. È degno di nota il fatto che la Bce abbia dichiarato di poter ripristinare il PEPP in caso di necessità, ma questo rischio è sicuramente il punto debole della strategia di inasprimento proposta dalla BCE.

“Altri aspetti degni di nota della riunione odierna sono stati la pubblicazione di una previsione di inflazione superiore all’obiettivo per il 2024, giustificando così la decisione di segnalare aumenti dei tassi. Un aspetto forse ancora più interessante e potenzialmente più significativo per la credibilità delle attuali indicazioni della Bce sulle mosse dei tassi di interesse è che la Bce prevede per l’UE un profilo di crescita abbastanza robusto, anche se basso, nei prossimi anni. Visti i chiari rischi posti dalla pessima dipendenza energetica dell’UE dalla Russia, c’è più di un motivo per essere scettici al riguardo.

“Si è anche detto che la Bce non ha discusso il tasso neutrale per l’Eurozona. Data l’importanza che riveste nel determinare (almeno in teoria) il punto in cui i tassi passeranno da accomodanti a restrittivi, e data la probabilità che questo tasso sia più basso per l’Europa rispetto a molte altre aree del mondo, la mancanza di attenzione che riceve, nonostante la guida a molteplici rialzi dei tassi, è quantomeno strana.

Dalla loro prospettiva, i mercati leggono l’incontro di oggi in chiave chiaramente restrittiva. Tuttavia, tale posizione poggia su basi deboli. La mancanza di un approccio chiaro per affrontare la possibilità di una frammentazione comporta rischi significativi per la stabilità finanziaria se non viene affrontata in modo credibile. La visione sorprendentemente positiva sulla crescita suggerisce che le prospettive sui tassi fornite oggi potrebbero rivelarsi troppo ottimistiche nel corso della seconda metà dell’anno. I rendimenti nell’Eurozona sono sostanzialmente più alti e, cosa forse più preoccupante per la Bce, gli spread periferici sono più ampi. La Bce sta inasprendo la politica monetaria per motivi che, come lo stesso istituto riconosce, sono principalmente funzione di fattori non legati alla domanda, in un contesto di crescita più lenta. L’ombra del 2011 può essersi attenuata, ma non è scomparsa del tutto.

Andrew Mulliner, Head of Global Aggregate Strategies di Janus Henderson

 

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