Borsa. Europa nervosa nel giorno del summit, Milano “maglia rosa” con Tim

Piazza Affari

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Milano, 24 marzo – Con un colpo di reni sul finale le Borse europee hanno provato, senza successo, a raggiungere una sofferta parità con Milano unica eccezione in ‘maglia rosa’ grazie allo strappo a doppia cifra di Tim (+8,4%) in seguito all’apertura del fondo Kkr sulla rete unica. Per un attimo prima della chiusura i listini sono apparsi rinfrancati dagli spiragli di un possibile ‘cessate il fuoco’, rilanciati dal sito Axios, per poi subito fare retromarcia. La tensione resta così alta sui mercati, che fanno i conti con il Brent in discesa, ma sempre a ridosso dei 120 dollari al barile, le prospettive di aumento dei tassi e la corsa dell’inflazione. La giornata è stata segnata da una girandola di incontri diplomatici, con la Nato che dopo il summit valuta l’invio di missili a sostegno di Kiev e la Bce che ha messo in guardia sugli impatti del conflitto sulla ripresa economica. Nel frattempo, l’Onu chiede lo stop alle ostilità e gli Usa hanno bloccato l’utilizzo delle riserve d’oro della Banca centrale russa, decidendo un giro di vite sulle sanzioni (che colpiscono i membri della Duma e le aziende del settore difesa). In questo clima il Ftse Mib ha terminato la seduta in rialzo dello 0,42% trainato, oltre che da Tim, da Unipol (+4,2%) e le utility come Snam e Terna in scia al resto del comparto europeo. Bene anche Generali (+1%) sui massimi da novembre alla vigilia della presentazione del Piano da parte di Claudio Costamagna e Luciano Cirinà, candidati per il vertice del Leone nella lista presentata da Francesco Gaetano Caltagirone. In fondo al listino Interpump (-3,1%) e Saipem (-2,6%) che domani presenterà l’atteso piano di ristrutturazione. La Borsa di Mosca, tornate in parte agli scambi, ha chiuso in rialzo con l’indice di riferimento Moex (denominato in rubli) in aumento del 4,37% mentre la divisa russa ha continuato a perdere terreno verso l’euro (a 113,03) e il dollaro (102,75). Nel resto dei cambi, invece, euro piatto a 1,1001 dollari (da 1,102 ieri in chiusura). L’euro passa di mano anche a 134,42 yen (da 132,96). Il dollaro/yen è a 122,19. In calo i prezzi del gas naturale, che sembrano non risentire dell’annuncio del presidente russo Vladimir Putin, che ha detto che non accetterà più euro e dollari, ma solo rubli, per i pagamenti del gas russo (-10%) a 105,5 euro al megawattora. Infine il petrolio rallenta la corsa (-2,5 a 112 il Wti maggio e a 1118,9 il Brent di pari scadenza) sulla speranza di un accordo con l’Iran.

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