Borsa. Netflix suona l’allarme abbonati e affonda i listini, Milano chiude a -1,8%

Piazza Affari

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Milano, 21 gennaio – Chiusura in deciso calo per i mercati azionari europei. A Milano il Ftse Mib ha perso l’1,84%, vedendo il bilancio da inizio anno virare in rosso. A Parigi il Cac40 è sceso dell’1,75% e a Francoforte il Dax40 dell’1,94%. Con l’inversione di rotta degli indici Usa, tuttavia, le Borse europee sono riuscite sul finale a chiudere sopra i minimi di giornata. I listini sono partiti subito in calo, influenzati negativamente dal mancato rimbalzo del Nasdaq nella seduta di ieri. L’avvio debole della Borsa di New York nel pomeriggio ha poi fatto allargare le perdite: ha pesato in particolare la performance dei titoli tecnologici con il Nasdaq arrivato a perdere il 2% zavorrato da Netflix (-20%), penalizzata dagli investitori dopo la trimestrale, che ha rivelato un calo del numero netto di nuovi abbonati nel quarto trimestre e che prospetta un forte calo della crescita nell’attuale trimestre. Quando Wall Street ha invertito la rotta, l’Europa ha recuperato dai minimi, restando comunque in forte ribasso. Il focus del mercato resta la Federal Reserve, quando si avvicina la prima riunione del 2022 del Fomc, il comitato di politica monetaria, in calendario per martedì e mercoledì della settimana prossima. L’attesa è sempre per un primo rialzo dei tassi a marzo negli Usa e sono emerse stime su un possibile intervento dello 0,50%, doppio rispetto a quello previsto. A Piazza Affari, seduta di forti vendite su tutti i comparti. In fondo al Ftse Mib hanno chiuso Amplifon (-4,11%), Prysmian (-3,79%), Tenaris (-3,76%), penalizzata dai realizzi, e Stellantis (-3,54%) in una giornata di particolare debolezza per il comparto auto europeo. Ha resistito solo Intesa Sanpaolo (+0,02%), quando è scattato il conto alla rovescia per la presentazione del nuovo piano della banca. Sul fronte dei cambi, l’euro vale 1,1345 dollari (1,132 in avvio e 1,1334 ieri in chiusura) e 129,0665 yen (128,97 e 129,27) mentre il dollaro/yen è a 113,765 (113,85 e 114). Frena il prezzo del greggio: il contratto scadenza Marzo sul Brent scivola dello 0,61% a 87,84 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti lo 0,49% a 85,13 dollari.

La giornata è stata negativa non solo per Stellantis ma anche per gli altri titoli della galassia Agnelli-Elkann: Ferrari ha perso il 3,04%, Cnh Industrial -2,67%, la holding Exor -2,64%, quando Iveco ha limitato i danni (-0,77%). Fuori dal segmento principale, Juventus ha segnato un -1,68%. I realizzi sul comparto petrolifero, che hanno pesato su Tenaris, hanno risparmiato di meno Eni (-1,38%) e Saipem (-0,67%). Tra i bancari, se Intesa Sanpaolo si è aggrappata alla parità, Unicredit ha perso il 2,87%, Mediobanca l’1,99%, Bper l’1,88% e Banco Bpm lo 0,86%. Tra i finanziari, la performance più debole è stata quella di Generali (-3,21%), in attesa del verdetto Consob sulla lista del consiglio. Rispetto all’andamento dell’indice, ha retto Atlantia (-1,06%), a valle della presentazione dei conti preliminari 2021 che hanno superato le attese del mercato e della holding controllata dai Benetton. Conti che sono arrivati nella stessa settimana in cui è stato annunciato l’accordo con Siemens per rilevare Yunex Traffic, campione globale della mobilità intelligente per 950 milioni. Entro la fine di marzo, inoltre, è previsto il closing della cessione di Aspi a Cdp-fondi mentre a metà dello stesso mese Atlantia terrà il proprio Capital Markets Day. Nel giorno del cda per la nomina di Pietro Labriola quale amministratore delegato, Tim ha perso l’1,13%.

 

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