Milano, 18 gennaio – Il balzo dei rendimenti sull’obbligazionario, con il Bund decennale a un passo dal diventare positivo (-0,015%) e il Treasury ai livelli pre Covid (1,845%), manda in rosso le Borse e in particolare Wall Street che riapre dopo il week end lungo. Lo spettro all’orizzonte è sempre quello della Fed con gli esperti che proseguono a esercitarsi nelle previsioni sulla stretta monetaria in arrivo: se ne saprà di più dopo la riunione del Fomc di settimana prossima, che preparerà il terreno per quella decisiva di marzo. A fare le spese di questo scenario, e di un contesto di incertezza legato a Omicron e al rallentamento cinese, sono soprattutto i titoli tech, con il Nasdaq che cede quasi il 2% mentre in Europa i principali listini contengono i cali e Milano in chiusura segna -0,74%. A Piazza Affari tiene banco il caso Tim. Oggi il dg Labriola illustrerà in un pre-consiglio il piano per il riassetto, che se implementato rischia di allontanare definitivamente l’Opa Kkr: ne fa le spese il titolo che cala del 3,2% anche sui timori per l’ingresso di Iliad nella telefonia fissa. Passivi vicini al 3% anche per Diasorin e Prysmian mentre con il greggio sui massimi (Wti a 85 dollari, +1,1%) guidano il listino Tenaris (+2%) ed Eni (+0,4%); fiammata finale di Generali (+1,5%) nel giorno in cui il cda stenderà la long list per il rinnovo del board e mentre infuria lo scontro sulla governance. Sul mercato dei cambi, la moneta unica vale 1,133 dollari (1,404 ieri in chiusura), e 129,84 yen (130,65) quando il biglietto verde vale 114,58 yen (stabile).