Borsa. Europa cerca il recupero nel finale. Milano chiude positiva (+0,47%) grazie all’auto

Piazza Affari

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Milano, 13 gennaio – Borse europee si salvano sul finale dopo una seduta nervosa. Mentre Wall Street procede a doppia velocità dopo un avvio positivo (il Dow Jones sale mentre S&P500 e Nasdaq sono in rosso), gli indici del Vecchio Continente non sono riusciti a trovare una direzione. A Piazza Affari il Ftse Mib è salito dello 0,47%, grazie soprattutto ai titoli del comparto auto, in linea con l’Ibex35 di Madrid, quando a Parigi il Cac40 è sceso dello 0,5%, zavorrato dal comparto del lusso, e a Francoforte il Dax40 ha guadagnato lo 0,13%. Intanto, sul fronte macro, dopo il dato sull’inflazione, dagli Usa sono arrivate nuove indicazioni: i prezzi alla produzione a dicembre sono cresciuti al passo annuale record del 9,7%, ma lo 0,2% mensile (contro stime per un +0,4%) fa sperare che l’inflazione cominci a rallentare. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione sono aumentate di 23.000 unità a 230.000, contro stime per un calo a 200.000. Ad ogni modo, il numero complessivo dei lavoratori che ricevono i sussidi di disoccupazione ha registrato un calo di 194.000 unità a 1,559 milioni di unità, il livello più basso dal 1973. Guardando ai titoli, a Piazza Affari, gli acquisti hanno premiato Iveco Group (+3,26%), in una seduta positiva per il comparto auto europeo, con Stellantis +3,43% – che beneficia del giudizio positivo di Jefferies – e Cnh Industrial +2,18%. Bene anche Stmicroelectronics (+3,06%) che segue il buon andamento dei tech e in particolare del comparto semiconduttori, dopo che la taiwanese Tsmc ha indicato di stimare un forte aumento della domanda di chip. Sul mercato valutario, il dollaro si muove sui minimi da metà novembre e l’euro passa di mano a 1,1469 dollari (1,1467 in avvio e 1,1422 ieri in chiusura) e a 130,812 yen (131,178 e 131,072). Il biglietto verde vale anche 114,053 yen (114,42 e 114,73). Infine, per quanto riguarda il prezzo del greggio, il contratto scadenza Marzo sul Brent del Mare del Nord scivola dello 0,59% a 84,17 dollari al barile e quello consegna Febbraio sul Wti dello 0,77% a 82 dollari al barile.

 

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