Borsa. Listini prudenti in attesa delle big tech, Milano maglia rosa (+0,9%) trainata da Exor (+5,8%)

Piazza Affari

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Milano, 25 ottobre – In una settimana clou per i mercati – tra trimestrali, Bce e Pil Usa – l’Europa chiude incerta la prima seduta, con una cautela dettata in particolare dai timori per l’inflazione e il rialzo dei casi Covid, a partire dal Regno Unito. Mentre Wall Street attende i conti delle big tech (si parte stasera con Facebook), al centro degli acquisti degli investitori sui listini del Vecchio Continente si piazzano auto, materie prime ed energetici, mentre arretrano tcl e utility. In una giornata segnata dalla prudenza fa eccezione Piazza Affari che ottiene la “maglia rosa” ed è la migliore con un rialzo dello 0,9% trascinata soprattutto di Exor (+5,8%). La holding della famiglia Agnelli, infatti, è sui massimi storici grazie alle indiscrezioni sulla riapertura del dialogo con Covea per la cessione di PartnerRe. Protagoniste le banche di nuovo al centro dell’appeal speculativo dopo lo stop al negoziato tra UniCredit (-1,7%) e il Tesoro sul Monte dei Paschi (-2,4%). La banca di piazza Gae Aulenti è finita in fondo al Ftse Mib con l’a.d. Andrea Orcel che in una lettera ai dipendenti ha assicurato di aver spinto ‘al massimo per portare a termine con successo l’operazione’. Per gli analisti, Rocca Salimbeni poteva essere un’occasione per accrescere gli utili per azione, con rischi contenuti grazie al supporto pubblico, ma lo scenario stand alone in attesa del piano industriale resta favorevole. Sul mercato valutario, l’euro perde quota nei confronti del dollaro e scambia a 1,160 (da 1,1644 in chiusura venerdì scorso) e vale 131,94 yen (da 132,29). Biglietto verde a 113,66 sulla divisa nipponica (113,61). Petrolio, infine, ancora in rialzo: il Brent dicembre supera quota 86 dollari al barile, trattando a 86,52 (+1,1%), e resta ai massimi da ottobre 2018. Il Wti di dicembre, dopo aver superato in giornata gli 85 dollari al barile per la prima volta dall’ottobre 2014, vale 84,80 dollari al barile (+1,3 per cento). Nel corso della seduta gli acquisti hanno premiato anche altri titoli della ‘galassia Agnelli’ come il costruttore Stellantis, che a fine giornata guadagna il 3,9%, e il marchio del lusso Ferrari (+4,1%). Denaro su tutto il settore auto, in scia al resto del comparto in Europa, con Pirelli (+2,7%). Il continuo rally del greggio si traduce in rialzi per i principali titoli petroliferi di Piazza Affari, da Saipem (+1,4%) fino a Tenaris (+2,1%). Realizzi sulle principali utility, dopo la recente corsa, che negli ultimi posti del listino principale: Hera (-1%), Enel (-0,9%) e A2a (-1,1%). A fare da traino all’exploit di Exor, invece, sono le indiscrezioni riportate nel fine settimana dal Sole 24 Ore, secondo cui la holding ha riaperto il negoziato con Covea per la cessione della controllata americana di riassicurazioni PartnerRe. Al momento non si conoscono i tempi, né l’esito del confronto in atto, ma secondo le fonti si sarebbero creati i presupposti per un accordo condiviso sul valore della partecipata vicino al prezzo pre-Covid a cui John Elkann era disposto a vendere lo scorso anno. Secondo gli analisti di Equita, si tratta di “uno scenario plausibile, considerando che Exor, siglando il MoU lo scorso marzo 2020, ha già manifestato chiaramente di non considerarla un core asset e considerando che i rapporti tra Exor e Covea sono rimasti buoni dato che nell’agosto 2020 hanno concordato di co-investire 1,5 miliardi in sostituzione della penale di 175 milioni di dollari per il mancato acquisto”. Fuori dal listino principale, le vendite hanno colpito la compagnia Cattolica (-2,4%) favorite dalla notizia, anticipata venerdì da Radiocor, secondo cui Berkshire Hathaway di Warren Buffett ha deciso di aderire all’offerta apportando la sua quota di poco inferiore al 7%. Mossa che sembra spegnere la speculazione su un eventuale rilancio rispetto al prezzo dell’opa di Generali.

 

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