Legge di bilancio 2022. Il Documento programmatico di bilancio: vale 1,245% del Pil nel 2022, migliorano i conti del 2021

Il premier italiano, Mario Draghi

Il premier italiano, Mario Draghi

Roma, 20 ottobre – La Manovra di bilancio varrà 1,245 punti percentuali del Pil nel 2022, lo spazio fiscale in deficit certificato dalla Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza). La quantificazione in termini di effetto finanziario è contenuta nelle tabelle del Dpb (nel frattempo inviata alla Commissione europea) che tengono conto anche dell’impatto delle misure del decreto fisco-lavoro. Il quadro di finanza pubblica a legislazione vigente viene aggiornato rispetto alla Nadef: gli effetti del decreto Bollette, pur non modificando la stima del valore nominale dell’indebitamento 2021, comportano la revisione al ribasso per 2,8 miliardi del valore di entrate e spese. Inoltre elementi informativi successivi indicano un miglioramento del quadro di finanza pubblica grazie alle entrate versate con F24 e acquisite a settembre, comprensive anche delle imposte in autoliquidazione dei contribuenti Isa posticipati al 15 settembre, con un aumento di gettito 2021 di 800 milioni; per le entrate contributive il miglioramento è di 300 milioni, con “effetti di trascinamento sull’intero periodo previsionale”, si legge nel Documento. La Manovra nel 2022 si attesta sui 23,4 miliardi (in base al valore programmatico del Pil 2022), mentre nel 2023 e 2024 gli effetti finanziari sono indicati rispettivamente allo 0,285% del Pil e allo 0,261% del Pil. Oltre alle misure del decreto fisco-lavoro, che hanno in parte effetto anche sul prossimo anno, sono previsti: rifinanziamento dei fondi per gli investimenti dello Stato e degli Enti territoriali, del Fondo perequativo infrastrutturale e del Fondo Sviluppo e Coesione per lo 0,108% del Pil (circa 2 miliardi); per il trasporto pubblico locale e la riduzione del concorso alla finanza pubblica delle Regioni a statuto speciale lo 0,071% del Pil (circa 1,3 miliardi); fondi alla sanità per lo 0,22% del Pil (circa 4 miliardi); a università e ricerca lo 0,021% del Pil; al Reddito di cittadinanza lo 0,042% del Pil (circa 790 milioni); al contrasto del caro-bollette lo 0,106%, cioè  quasi 2 miliardi nel 2022; alle politiche invariate lo 0,171%, ossia oltre 3 miliardi.

 

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