AXA Investment Managers. Lavoro USA: Più occupati, ma i salari crescono lentamente

Weekly Unemployment Claims Rise Higher Than ExpectedNonostante il netto miglioramento del mercato del lavoro statunitense, il tasso di disoccupazione orbita ancora 1.6 punti percentuali sopra il cosiddetto “livello di disoccupazione naturale”. Questa variabile, stimata regolarmente dall’Ufficio Parlamentare per il Budget (CBO), misura la disoccupazione al netto delle fluttuazioni della domanda aggregata. Si tratta quindi di una misura di disoccupazione strutturale, qualora l’economia si trovasse in un ipotetico stato di piena occupazione, cioè al proprio potenziale. La relazione tra la disoccupazione naturale e quella attuale è da decenni oggetto di studio, un fertile campo di ricerca sul quale si sono cimentati economisti di fama come Milton Friedman e Edmund Phelps. Come spesso accade nelle “cattiva scienza”, la valvola di sfogo di ogni disequilibrio è il livello dei prezzi. È così anche sul mercato del lavoro, dove si ipotizza una relazione tra la disponibilità delle risorse e l’inflazione salariale, spesso descritta come curva di Phillips.

Vorrei risparmiare al lettore una analisi approfondita delle diverse teorie sulla formazione dei salari, nonché sul trade-off tra inflazione e occupazione di Kreiskyana memoria. Allo stesso tempo vorrei invece concentrarmi sulle prospettive di inflazione salariale negli Stati Uniti. L’ultimo rapporto sullo stato del mercato del lavoro parla di un tasso di disoccupazione di 5.9% e di una crescita dei salari di 3.6% su base annua. Farei due considerazioni, in prospettiva storica:

  1. Rispetto al passato, il rapporto sul mercato del lavoro si basa su una coorte che per motivi legati all’epidemia da Covid-19 evidenzia delle gravi distorsioni. Non solo gli assegni di disoccupazione creano degli incentivi a posticipare la ricerca di lavoro, ma anche i timori legati alla situazione sanitaria limitano l’offerta di forza lavoro. In particolare, un sondaggio della Federal Reserve sottolinea il forte incremento delle persone non disposte a accettare un lavoro alle stesse condizioni pre-Covid. Il rapporto ISM di giugno conferma questa tendenza, lamentando un limite al potenziale dell’output manifatturiera.
  2. In media, i nuovi posti di lavoro creati dall’economia USA si concentrano in quei settori che sono più sensibili alla “riapertura”, cioè settori come la ristorazione e il turismo, a cui viene associato tipicamente un salario relativamente contenuto. I forti aumenti salariali in questi settori vengono sotto-rappresentati dalla media nazionale che include tutte le fasce di salario. Non è però da escludere un rialzo dei salari più in generale, a fronte di un aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime e del costo della vita. Abbiamo scritto della centralità delle aspettative nel contesto del processo di inflazione nella Newsletter della settimana scorsa.

La situazione del mercato del lavoro statunitense è pesantemente influenzata dagli strascichi dell’epidemia. Una volta che la situazione si dovesse normalizzare, potremmo trovarci con un quadro molto diverso: Un tasso di disoccupazione inferiore al tasso di disoccupazione naturale, in un contesto generalizzato di aumento del costo della vita. Non è da escludere che l’inflazione salariale si possa quindi aggiungere alle altre fonti – più o meno transitorie – di inflazione già presenti nell’economia USA.

 Alessandro Tentori, CIO AXA IM Italia

 

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Economia, Finanza e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


sette + uno =

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>