Un Governo Conte Ter? Sì da PD, M5S, LeU e MAIE-Europeisti, ma Renzi temporeggia e gioca a scacchi

Nella foto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico

Nella foto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico

Giambattista Pepi. La crisi politica aperta dalle dimissioni del Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte a seguito del ritiro della delegazione ministeriale di Italia Viva, potrebbe essere risolta in tempi brevi, mentre sembra allontanarsi l’ipotesi di ricorrere a elezioni anticipate. Il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, durante lo scorso fine settimana, ha portato a termine il mandato esplorativo affidatogli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accertando che esiste una maggioranza politica in Parlamento in grado di dar vita a un nuovo Governo che possa affrontare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica che sta vivendo l’Italia. Si tratta della “vecchia” maggioranza giallorossa che ha già sostenuto il Governo Conte 2, formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva, a cui si aggiungerebbero gli Autonomisti e il Gruppo Europeisti – MAIE – Centro democratico.

Il problema, se mai, è chi guiderà il prossimo Esecutivo. PD, M5S, LeU, Europeisti – MAIE non hanno dubbi in proposito: indicano Giuseppe Conte come Capo del Governo, mentre Italia Viva non si pronuncia, chiedendo un “programma scritto” e ricordando che “le idee vengono prima dei nomi”. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti blinda Conte e sostiene, al contrario, che bisogna essere leali e stipulare un patto “di fine legislatura”.

Mentre PD e LeU serrano le fila e hanno fatto cadere i veti sul reingresso di Italia Viva nella nuova maggioranza pur imputando ad essa la responsabilità della crisi di governo, il Movimento 5 Stelle è diviso al suo interno: il segretario politico Vito Crimi ha “aperto” a Renzi, mentre c’è una fronda, numericamente consistente, all’interno dei gruppi parlamentari che non vede con favore una nuova alleanza con il senatore fiorentino e il gruppo di Italia Viva che reputano inaffidabili cui fa da sponda, dall’esterno, Alessandro Di Battista, che, pur non essendo parlamentare, è molto influente e ascoltato dalla base elettorale dei pentastellati, mentre Beppe Grillo al momento tace.

Le fibrillazioni del M5S e la mossa di Renzi, che a differenza degli altri leader politici della futura maggioranza, non fa il nome di Conte come Presidente del nuovo Governo sono due remore che complicano la trattativa e lasciano uno spazio residuo ad altre ipotesi per il superamento della crisi: un governo istituzionale presieduto da una personalità di prestigio (si fa con insistenza il nome di Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale, o dell’attuale ministro degli Interni, Luciana Lamorgese), al quale potrebbe partecipare Forza Italia, ma non anche gli altri partiti del Centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia e le elezioni anticipate. Il ricorso alle urne appare per la verità un’ipotesi peregrina dal momento che ben  difficilmente gli attuali parlamentari lo vedrebbero con favore consapevoli del fatto che, con la riforma costituzionale che ha ridotto il numero dei membri di Camera e Senato, ben difficilmente buona parte di loro potrebbero tornare a sedersi sugli scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama.

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