Borsa. Da dati Cina e Usa fiducia nella ripresa. A Milano (+0,8%) sprint di Fca (+9%)

Piazza Affari

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Milano, 15 settembre – I dati cinesi (vendite al dettaglio e produzione industriale) e americani (manifatturiero) danno fiducia agli investitori nella ripresa economica e alimentano gli acquisti sia sul mercato azionario sia su quello delle materie prime, mentre il dollaro recupera sulla moneta unica. I listini del Vecchio Continente hanno chiuso tutti in rialzo, in particolare con Londra e Madrid a guadagnare oltre un punto percentuale: la spinta è arrivata dai titoli del settore retail e dai minerari, mentre ha viaggiato in controtendenza il comparto bancario sia in Italia sia a livello europeo. Secondo gli operatori a incidere è il rischio di ingenti rettifiche sui crediti dopo che, il 30 settembre, scadrà la deroga dell’Eba che oggi permette agli istituti di non classificare come Npl le rate dei mutui sospese per l’emergenza Covid. Piazza Affari è salita dello 0,82% nel Ftse Mib che tuttavia ha chiuso sotto quota 20mila punti, soglia non registrata in chiusura dal 26 agosto scorso. Protagoniste assolute Fiat Chrysler, salita del 9%, e il suo primo azionista Exor (+5,9%) mentre a Parigi Peugeot(+2%): positiva la reazione degli investitori che hanno messo sulla bilancia i pro e i contro dei nuovi termini dell’aggregazione Fca-Psa con il dividendo cash Fiat ridotto, il posticipo dello spin-off di Faurecia e soprattutto le maggiori sinergie previste. Tra le banche giù soprattutto Unicredit (-1,9% che per il secondo giorno ha registrato problemi e disservizi ai propri servizi internet) e Bper (-1,2%) e Monte dei Paschi (-1,9%). Le tensioni con il Governo e Cdp sul riassetto di Aspi fanno scivolare dell’1,1% Atlantia. I dati cinesi sostengono il petrolio (Wti ottobre a 37,5 dollari al barile, Brent novembre a 39,8 dollari al barile, nonostante il taglio alle stime della domanda dell’Agenzia Usa dell’energia, e spingono il rame vicino ai massimi da due anni. Sul mercato valutario, l’euro scende a 1,1846 dollari (da 1,1875). Euro/yen a 124,99(125,48 ieri), dollaro/yen a 105,49(106,20). Londra, sostenuta dai minerari ma anche dalle società di costruzione, è stata la migliore della seduta guadagnando l’1,3% nell’indice Ftse 100 in una giornata che ha visto la sterlina proseguire nel recupero dopo essere stata molto penalizzata nella scorsa settimana a causa delle nuove tensioni legate alla Brexit. Anche il dato sulla disoccupazione, con il tasso cresciuto nelle attese al 4,1%, e il calo degli occupati minore delle previsioni ha fornito un supporto. Il cambio euro/sterlina, che ha toccato venerdì i massimi da marzo, è sceso leggermente a 0,9212. Il cambio sterlina/dollaro è salito a 1,2864. Nonostante il rosso del settore bancario, Madrid ha guadagnato l’1,22% spinta soprattutto da Inditex (+5,1% per il gruppo d’abbigliamento del marchio Zara) che ha sfruttato il ritorno all’utile a sorpresa della svedese H&M: a Stoccolma il titolo di quest’ultima ha guadagnato il 10,8% trainando tutto il settore retail (+2,4% il sottoindice Stoxx600). Timide invece le performance di Parigi (+0,32%), frenata da banche e auto, e di Francoforte (+0,18%).

 

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