Borsa. Listini nella morsa di Nasdaq e petrolio. Giù Milano (-1,8%) con St e Tenaris

PALAZZO MEZZANOTTEMilano, 8 settembre – Il tonfo del petrolio e la nuova discesa del Nasdaq a Wall Street mettono il freno ai listini europei, che chiudono in rosso una seduta segnata dai timori per la ripresa economica che vacilla. A penalizzare le Borse sono una serie di dati macro che certificano, ancora una volta, gli effetti della crisi Covid sul Vecchio Continente, mentre la domanda asiatica in stallo e l’aumento dell’offerta di greggio da parte dell’alleanza Opec+ hanno affondato l’oro nero (il Brent che ha rotto al ribasso la soglia psicologica dei 40 dollari, come non accadeva da fine giugno). Sull’altra sponda dell’Atlantico, nel frattempo, si moltiplicano le ansie degli operatori per il possibile scoppio della ‘bolla’ high-tech dopo la pioggia di vendite su Tesla in seguito alla decisione (a sorpresa) della Borsa Usa di non inserirla nell’indice S&P 500. A innervosire il clima restano i timori sulla Brexit, con il governo Johnson ormai pronto a far saltare il tavolo, e le tensioni geopolitiche tra Usa e Cina. A farne le spese è anche Piazza Affari, che chiude la seduta con il Ftse Mib in ribasso dell’1,8%. A zavorrare l’indice milanese Tenaris (-3,4%) che paga la debolezza del petrolio e St (-3,4%) in scia al resto del comparto europeo. In attesa della riunione Bce di giovedì prossimo, sono deboli le banche, a partire da UniCredit (-3,7%). Sul fronte opposto in controtendenza Pirelli (+3,7%)con gli analisti di Citi che promuovono il titolo a “buy” e confidano in una ripresa a stretto giro del mercato dell’auto. Sul fronte dei cambi, l’euro torna debole sul dollaro e passa di mano a 1,179 (1,1822 ieri in chiusura) mentre continua a rafforzarsi sulla sterlina a 0,904 (0,898). La divisa britannica, frenata dalla Brexit, perde quota nei confronti del biglietto verde a 1,303 (1,316). Sul finire della seduta, il petrolio segna ribassi sempre più marcati: il Wti con scadenza a ottobre è scambiato a 36,5 dollari (-8,2%) mentre il Brent del Mare del Nord su novembre vale 39,5 dollari al barile (-5,8 per cento).

 

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