Bce. Superato il momento peggiore, ma permane l’incertezza sulla portata e durata della ripresa

Nella foto la Bce a Francoforte sul Meno

Nella foto la Bce a Francoforte sul Meno

Milano, 30 luglio – ”Sebbene i dati economici più recenti, in particolare i risultati delle indagini, mostrino i primi segnali di ripresa, essi evidenziano ancora una contrazione epocale della produzione dell’area dell’euro nel secondo trimestre del 2020″. E’ quanto si legge nel bollettino economico Bce in cui si sottolinea come l’epidemia di Covid-19 e le relative misure di contenimento hanno avuto un effetto negativo sull’attività del settore manifatturiero e in particolare dei servizi attraverso l’aumento delle limitazioni all’offerta e il rapido calo della domanda. “Per quanto riguarda i dati delle indagini più recenti – prosegue il bollettino – l’indice del clima economico della Commissione europea e il Pmi composito relativo al prodotto hanno registrato valori ai minimi storici ad aprile. A maggio e giugno sono stati osservati forti aumenti in alcuni indicatori, ma molti rimangono al di sotto dei loro livelli di lungo termine. Sia l’indice del clima economico sia il Pmi hanno mostrato una ripresa generalizzata nei diversi paesi e settori economici. Tale ripresa dell’attività economica è confermata anche da indicatori ad alta frequenza quali ad esempio il consumo di energia elettrica”.

“Al di là delle turbative derivanti dalla pandemia di coronavirus, con la graduale sospensione delle misure di contenimento la crescita dell’area dell’euro sta segnando una ripresa, sostenuta da condizioni di finanziamento favorevoli, dalle politiche di bilancio dell’area e dalla ripresa dell’attività mondiale. Tuttavia, l’incertezza si mantiene estremamente elevata, il che rende molto difficile prevedere la verosimile portata e durata della ripresa”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce in cui si sottolinea come dopo che le attività economiche hanno toccato il loro minimo ad aprile, a maggio e a giugno è stato registrato un miglioramento dell’attività nei settori manifatturiero e dei servizi nei mesi “generando ulteriore fiducia nel fatto che la ripresa proseguirà nel terzo trimestre”. Il bollettino segnala inoltre chiari segnali di ripresa dei consumi già a partire da maggio aggiungendo che alcuni effetti legati alla domanda repressa sembrano probabili nel periodo a venire, anche se la loro entità resta molto incerta.

“Nel periodo in rassegna (4 giugno-15 luglio) gli indicatori delle aspettative di inflazione a più lungo termine ricavati dai mercati hanno continuato a salire lentamente verso i livelli prevalenti alla fine di febbraio, mentre gli indicatori delle aspettative di inflazione basati sulle indagini hanno registrato un lieve calo”. E’ quanto rileva il bollettino economico Bce che sottolinea come il tasso swap a termine a cinque anni indicizzato all’inflazione su un orizzonte quinquennale ha proseguito la sua ripresa rispetto al minimo storico dello 0,72% registrato il 23 marzo 2020, salendo all’1,12% il 15 luglio. “La probabilità desunta dalle opzioni (neutrale al rischio) che si verifichi deflazione nel corso dei prossimi cinque anni – spiega il bollettino – e’ scesa notevolmente rispetto al picco osservato alla fine di marzo 2020 e si attesta ora su livelli prossimi a quelli prevalenti a fine febbraio. Il calo della probabilità di deflazione potrebbe, in certa misura, riflettere anche il recente aumento del prezzo del petrolio. Nonostante l’aumento osservato nel periodo in esame, soprattutto nelle previsioni a lunghissimo termine, il profilo futuro degli indicatori delle aspettative di inflazione desunte dai mercati continua a segnalare un prolungato periodo di bassa inflazione

 

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