Borsa. Riscatto manifattura nell’UE mette il turbo ai listini. Milano maglia rosa (+1,86%) con Fca (+5,8%)

Piazza Affari

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Milano, 23 giugno – Il riscatto della manifattura europea, sui massimi da 4 mesi, alimenta le speranze di ripresa dell’economia e dà gas ai listini, che chiudono con rialzi in alcuni casi vicini al 2%. Protagonista per un giorno sui mercati finanziari è così l’economia reale, anche grazie al presidente Trump che ha rassicurato gli osservatori sulla tenuta degli accordi commerciali con la Cina nonostante le tensioni tra le due superpotenze a causa del coronavirus. E mentre Washington registra dati sulla manifattura migliori del previsto, e il Nasdaq continua ad aggiornare i record, gli investitori sembrano meno spaventati dall’allerta contagi da Covid-19 che prosegue in molte zone del mondo (l’ultima in ordine di tempo è la Germania che ha imposto il lockdown al distretto di Guetersloh a causa del focolaio in un mattatoio). Il mix tra risalita degli indici Pmi e allentamento delle tensioni commerciali spinge soprattutto il settore auto, il migliore a livello europeo, seguito dalle banche, che registrano le parole dell’economista Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, che in un’intervista al Sole 24 Ore invita gli istituti a spingere sulle aggregazioni. A fine seduta, il Ftse Mib è tra gli indici migliori con una guadagno dell’1,86% e lo spread in calo a 167 punti. A guidare il listino milanese, in scia al resto del comparto europeo, è Fca (+5,8%). Sul podio Buzzi (+3,2%) dopo che SocGen ha avviato la copertura del titolo con ‘buy’. In rialzo Atlantia (+2,6%) mentre è in corso la riunione del governo Conte sulle concessioni autostradali all’indomani della comunicazione al Mit in cui Aspi ha spiegato che continuerà a gestire l’infrastruttura anche dopo il 30 giugno (mostrando così di voler proseguire nella trattativa con Palazzo Chigi). In fondo al listino deboli Snam (-0,4%) e Inwit (-0,3%). Sul fronte dei cambi, si rafforza la moneta unica: l’euro passa di mano a 1,1325 dollari (1,1254 ieri in chiusura) e a 120,538 yen (120,241), mentre il biglietto verde scende a 106,413 (107,129). Dopo un avvio sottotono ha ripreso slancio, infine, il petrolio con il contratto di consegna su agosto del Wti che sale dell’1,1% a 41,2 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Brent del Mare del Nord scambiato a 43,5 dollari (+1,2 per cento).

 

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