Pil. Nomura, Italia in recessione nel 2020 per le ricadute dell’epidemia da coronavirus

Nomura-580x318Milano, 17 febbraio – L’Italia entrerà in recessione nel 2020, a causa delle ricadute economiche dell’epidemia di coronavirus che si irradieranno dalla Cina. Lo prevede Nomura. ‘Considerando il basso tasso di crescita con cui l’Italia sta iniziando quest’anno, ci aspettiamo ora che il Paese entri in recessione nel 2020, con una crescita di -0,1% su base annua, ben al di sotto dell’attuale stima del Governo dello 0,6%’, indica Nomura nel suo scenario base, in un rapporto dedicato all’impatto economico globale del coronavirus. La stima iniziale, cioè ante-epidemia, di Nomura prevedeva per il Pil italiano una crescita dello 0,2% quest’anno. Lo scenario di base prevede che le misure di isolamento della Cina terminino alla fine di febbraio e l’epidemia resti limitata alla Cina. Nello scenario peggiore, cioè con le misure di quarantena estese a tutto il primo semestre e lo scoppio di una vera pandemia, il Pil della Penisola, secondo il rapporto, potrebbe cadere dello 0,9% nel 2020. Per il primo e il secondo trimestre, Nomura prevede ora per l’economia italiana un calo dello 0,3, seguito da -0,1% nel terzo e da +0,4% nel quarto (contro le stime iniziali di -0,1%, 0,0%, +0,2% e +0,7% rispettivamente). La Penisola sarà molto colpita tramite il canale del turismo: è, infatti, il Paese dell’Eurozona più esposto ai visitatori provenienti dalla Cina (il 5% del totale), ma peserà anche il calo delle importazioni che limiteranno gli investimenti ed i consumi, con effetti negativi sulle supply chain e quindi sulla produzione di beni intermedi. L’Italia acquista dalla Cina il 7,2% dei beni importati. Per la Cina la prospettiva è di un dimezzamento della crescita nel primo trimestre del 2020 a +3% da +6% nell’ultimo trimestre 2019, con un rimbalzo nei trimestri successivi e una chiusura dell’anno a +5,5% come scenario di base, ma nello scenario peggiore la crescita potrebbe essere solo del +3,9%. In precedenza Nomura stimava a +5,7% la crescita cinese nel 2020, quindi a parte lo shock iniziale dovuto alle misure di contenimento ed isolamento dell’epidemia, è atteso un rimbalzo dell’economia a partire dal secondo trimestre, sempre ovviamente nello scenario migliore. A livello globale – secondo il rapporto – la crescita dovrebbe ridursi a +2% nel primo trimestre nello scenario di base, dal +3,2% stimato inizialmente. Il secondo trimestre dovrebbe vedere un rimbalzo a +3,4%, mentre il terzo e il quarto non dovrebbero registrare variazioni rispetto alle previsioni iniziali (+3,3% e +3,5%). Per il Pil del pianeta le stime di Nomura per il 2020 ora puntano a +3,1% dall’iniziale +3,3% come prospettiva di base (+2,1% nel caso peggiore). Per gli Usa la stima sull’anno è di +1,7% dall’iniziale +1,8%. Il Pil del Giappone, invece, accuserà il colpo peggiore tra i maggiori Paesi avanzati, con -0,5% contro +0,2% ante-epidemia. Ancora più forte, per altro, l’impatto su Hong Kong:-1,1% da +0,4%. Consistenti anche le ricadute su Singapore (+0,3% da +1,3%). Per l’area euro, Nomura stima ora un aumento del Pil dello 0,7% nel 2020, contro l’iniziale +0,9%. Per la Germania, che è il Paese più esposto in termini di export (3% del Pil) e supply chain (ma risentirà anche del minore afflusso di turisti cinesi), la crescita quest’anno dovrebbe ridursi a un magro +0,2% dal già limitato +0,5% previsto in precedenza e nello scenario peggiore è stimato un secco -0,7%. La Francia registrerà a sua volta un rallentamento, a +0,6% da +0,9%. Sono ridimensionate anche le stime per la Spagna (+1,5% da +1,7%) e per il Regno Unito (+0,7% da +1%). Germania e Italia restano, in ogni caso, i Paesi più colpiti dell’Eurozona dalle ricadute del virus partito dalla Cina.

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