Nordea AM. Quanto durerà la crisi del coronavirus?

coronavirusAbbiamo adottato una posizione molto cauta tre settimane fa e prevediamo di farlo per altre due o quattro settimane, prima di cambiare la nostra strategia. Continuiamo a raccomandare cautela e un portafoglio diversificato che comprenda Covered Bonds, Listed Real Estate e Listed Infrastructure. Ci sono diversi modi per analizzare la diffusione e le conseguenze finanziarie del coronavirus:

1. Osservando il contagio finanziario dalla Cina ai mercati emergenti e all’Occidente in relazione ai livelli di volatilità e alle correlazioni

2. Valutare in quale misura la crescita globale sia stata colpita

3. Valutare la risposta politica in Cina e all’estero, quanto è previsto e valutato in anticipo o in ritardo, come nella grande crisi finanziaria

 1. C’è un certo contagio finanziario, ma non si sta ancora diffondendo ai titoli growth. Il grado di contagio della Cina nelle azioni dei mercati emergenti è elevato, come dimostra il calo di MSCI EM di circa l’8%. Anche le valute sensibili alla crescita come il dollaro australiano e il won sudcoreano sono sotto pressione, anche se non in modo significativo. La volatilità media scambiata in Europa e negli Stati Uniti non è soggetta a livelli di stress. I titoli growth, che hanno guidato il rally degli ultimi mesi, hanno subito una certa pressione, ma nulla di molto significativo. Questo implica che o il mercato sottovaluta l’entità dello shock di Wuhan o lo vede come transitorio. Il mercato, secondo noi, non ha ancora imparato a vedere gli shock come opportunità di acquisto.

2. Qual è il prezzo dello calo della crescita? Circa 2/3 della forza lavoro cinese non andrà in ufficio questa settimana, anche se molti lavoreranno a distanza. Molte fabbriche e negozi  sono chiusi. Abbiamo già ipotizzato che il calo della crescita si aggirasse intorno all’1-1,5% del PIL in un’economia che si attestava probabilmente al 4,7%, contro il 6% (dato ufficiale a dicembre). Mentre l’economia statunitense non dipende pesantemente dalle esportazioni verso la Cina, le aziende più rappresentative generano una percentuale molto consistente dei loro guadagni nei Mercati Emergenti, in particolare in Cina. Inoltre si basano in gran parte sulle importazioni cinesi, inclusa la produzione delle fabbriche Foxconn, che riforniscono Apple. Uno sguardo ai titoli growth suggerisce fortemente che la crisi non è tenuta in considerazione. In generale, non è possibile per i titoli growth (MSCI World Growth) avvertire solo una leggera pressione, mentre è probabile per un business come Google continuare a eccellere. Tutto ciò rafforza il valore di una gestione attiva.

3. I governi, in particolare in Cina, reagiscono allo shock attraverso la politica monetaria e fiscale. Il governo cinese ha reagito con iniezioni di liquidità e tagli mirati dei tassi a Wuhan. Il problema, come nella Grande crisi finanziaria, è che l’avversione al rischio significa che la politica agisce con un forte ritardo. A ciò si aggiunge il fatto che le attività sono molto limitate a causa del coprifuoco. Ciò che rappresenta invece un vantaggio per un’economia controllata è la riduzione del rischio di una crisi del credito. Le banche nel loro complesso, tuttavia, avranno più bilanci esposti a settori vicini ai Non-Performing Loans. Ciò sposterà una parte maggiore dei loro prestiti verso Enti Operativi Sovrani con impatti benefici sull’attività economica complessiva. I paesi emergenti e quelli più esposti alla Cina probabilmente beneficeranno maggiormente di questa politica monetaria espansiva, il che gioverà ai gestori di portafogli EM. La politica fiscale in Cina  dovrà comunque essere approvata e c’è un discreto margine di manovra. Molti operatori, considerando l’esperienza europea, ipotizzeranno che la politica monetaria cinese sarà inefficace, cosa che si è rivelata più volte errata. La conclusione è che questo shock potrebbe estendersi per due o quattro trimestri in Cina con degli effetti più contenuti in diverse parti dei Mercati Emergenti, in Germania, Australia, Corea del Sud, Singapore o Nuova Zelanda.

 

Questa voce è stata pubblicata in Economia, Finanza e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


+ uno = cinque

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>