Notizie Usa-Cina croce e delizia dell’azionario. Il messaggio del blog misterioso cinese mette tutti sugli attenti

Trump e Xi

Trump e Xi

Le notizie provenienti dal fronte Usa-Cina si confermano croce e delizia per l’azionario globale. La settimana è iniziata positivamente per le borse asiatiche che, orfane della borsa di Tokyo, hanno chiuso in prevalente rialzo, guardando con ottimismo all’importante evento previsto per dopodomani, mercoledì 15 gennaio. Il vicepremier cinese Liu He, responsabile del team di Pechino che ha partecipato alle trattative commerciali con gli Stati Uniti, dovrebbe arrivare oggi a Washington per rimanervi fino al giorno della firma dell’accordo. L’accordo riguarda la cosiddetta “Phase One”, accordo sulla Fase 1 che Cina e Stati Uniti hanno siglato alla metà di dicembre, e che dovrebbe confermarsi pietra miliare nel raggiungimento di una intesa più comprensiva per porre fine, se non alla guerra commerciale, a una sua escalation.  Ma a smorzare l’ottimismo dei mercati e la propensione al rischio è stata la stessa Cina. O, per la precisione,  un account social che si presume sia collegato al governo cinese.

L’account ha diramato una nota di cautela scrivendo che “la guerra commerciale non è ancora finita” e che questo “è solo il primo round della partita”. C’è da dire che la vera identità di Taoran Notes è stata avvolta sempre dal mistero. Si tratta, per la precisione, di un blog, che viene seguito dalla comunità degli analisti che si occupano della Cina e dagli operatori di mercato alla ricerca di indicazioni sulla guerra commerciale tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping. La fonte, considerata affidabile in quanto legata al quotidiano cinese Economic Daily, ha ritenuto opportuno mettere in guardia i mercati.

Certo, l’apposizione della firma all’intesa “Fase 1″ è “il primo passo per risolvere il problema (della guerra commerciale) – ha precisato l’account Taoran Notes, legato al quotidiano cinese Economic Daily, a sua volta organo di stampa del governo di Pechino. Ma “dobbiamo tener presente che la guerra commerciale non è ancora finita. Gli Stati Uniti non hanno revocato tutti i dazi imposti alla Cina e la Cina sta ancora rendendo esecutive le sue ritorsioni. Ci sono ancora molte incertezze”.

La maggiore avversione al rischio presente sull’azionario globale – rispetto alle contrattazioni asiatiche – si spiega anche con altre notizie arrivate durante la prima metà delle contrattazioni europee. In primo piano il calo della sterlina, scesa nei confronti del dollaro di oltre mezzo punto percentuale, fino a bucare la soglia psicologica di $1,30 scendendo dagli $1,3063 doi venerdì scorso a $1,2968. A zavorrare la moneta sono stste le dichiarazioni di Gertjan Vlieghe, esponente della Commissione di politica monetaria della Bank of England che, in una intervista rilasciata al Financial Times, ha detto che, se i dati macro non indicheranno un miglioramento dell’economia UK dalle elezioni generali del mese scorso, voterà a favore di un taglio dei tassi del Regno Unito. La valuta britannica ha scontato anche a diffusione del Pil UK relativo al mese di novembre. Il dato ha subito una contrazione dello 0,3%, stando a quanto riportato dall’ONS (Office for National Statistics, ovvero Ufficio di statistica nazionale), con la produzione manifatturiera scivolata dell’1,7%. Nel complesso, l’economia è cresciuta dello 0,1% nel trimestre compreso tra settembre e novembre, comunque meglio delle attese del consensus.

 

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