Milano, 9 aprile – Prima la partenza positiva, che aveva portato Piazza Affari sui massimi dell’anno a un soffio da quota 21.900 punti, poi l’inversione di tendenza e la chiusura in calo per i listini europei (Parigi -0,65%, Francoforte -0,94%, Madrid -0,2% e Londra -0,3% circa). A raffreddare l’umore degli investitori le incertezze su commercio e Brexit, ma soprattutto la scure del Fmi: l’istituto di Washington ha tagliato le stime globali e dell’Italia, ora fanalino di coda dell’Eurozona con una crescita dello 0,1% nel 2019. Su Milano (-0,46%) ha pesato anche la bozza del Def, all’esame del Governo, che, tra le altre cose, ha peggiorato le attese su debito e deficit di quest’anno. Sul Ftse Mib hanno tenuto Amplifon (+1,9%), Poste Italiane (+0,36%), che ha aggiornato i massimi storici superando quota 9 euro per poi chiudere al di sotto della soglia, e Banco Bpm (+1%), che valuta emissione strumenti Additional Tier 1 e domani vedrà gli investitori. Sul fronte opposto, molto male Prysmian (-4,78%), a causa dei nuovi problemi emersi per il cavo sottomarino WesternLink, e i petroliferi, complice il ribasso del greggio (-0,92% il Wti a maggio e -0,75% il Brent a giugno, dopo i buoni rialzi della vigilia). Giù anche Leonardo (-2,14%) e Campari (-1,89%), penalizzati dalla minaccia di dazi Usa su 11 miliardi di dollari di prodotti Ue, tra cui elicotteri a uso civile e liquori. Sul fronte dei cambi, l’euro si attesta poco mosso a 1,1268 (1,1262 in avvio e 1,126 ieri). La moneta unica vale 125,242 yen. Spread in ribasso a 258 punti, dai 263 della chiusura precedente.