Generali Investments. Nel Regno Unito si fatica a trovare un accordo su Brexit

Il Primo ministro inglese, Theresa May

Il Primo ministro inglese, Theresa May

Martedì scorso, il Primo Ministro May ha perso con un ampio margine (432-202) il voto sull’accordo di uscita negoziato con l’UE. A ventiquattr’ore di distanza, ha poi superato il voto di sfiducia, con 325 voti a favore e 306 contro. Dopo la decisione, ha ribadito la disponibilità a incontrare i leader di tutti i partiti per trovare un accordo che possa andare bene al Parlamento. 
Quest’oggi, Theresa May illustrerà i prossimi passi che intende compiere, e a partire da questa settimana i parlamentari potranno suggerire emendamenti o proporre alternative. Il 29 gennaio ci sarà la votazione, che dovrebbe fornire qualche elemento in più su quella che potrà essere la linea d’azione sostenuta dalla maggioranza del Parlamento.
Pensiamo che la soluzione preferita da May sia quella di tornare a Bruxelles per cercare di ottenere ulteriori miglioramenti sull’accordo relativo alla frontiera con l’Irlanda (eventualmente insieme ad una estensione della deadline). Per quanto riguarda un compromesso bipartisan, il leader laburista Corbyn non é disposto a trattare, a meno che May non escluda la possibilità di una Brexit senza accordo; alcuni parlamentari laburisti hanno però ignorato il suo veto. Indiscrezioni della stampa suggeriscono che il governo potrebbe non escludere questa opzione, dato che costituirebbe un importante elemento di negoziazione. Corbyn ha anche detto che a un certo punto potrebbe essere necessario un secondo referendum, incontrando anche qui una certa resistenza interna: alcuni parlamentari laburisti hanno infatti minacciato di dimettersi qualora egli dovesse sostenere un nuovo referendum. Sebbene la situazione attuale continui ad essere piuttosto fluida, pensiamo sia più probabile che alla fine si raggiungerà un accordo.

Christoph Siepmann (senior economist)

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