L’attualità del pensiero di Guido Carli. L’editore Laterza (con il contributo dell’Abi e dell’Istituto Luigi Einaudi) pubblica il libro Mercato, Europa e libertà, che raccoglie gli interventi dello statista a venticinque anni dalla morte

La copertina del volume che il 18 gennaio 2019 sarà presentato a Roma nella Sala della Clemenza alla presenza, tra gli altri, del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria

La copertina del volume che il 18 gennaio 2019 sarà presentato a Roma nella Sala della Clemenza alla presenza, tra gli altri, del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria

Di Giambattista Pepi. Nella lunga e ricca galleria degli uomini che hanno illustrato l’Italia per alti meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario può essere certamente annoverata anche la figura dello statista Guido Carli. Da ministro del Commercio con l’Estero (dal 1957 al 1958), Governatore della Banca d’Italia (dal 1960 al 1975), Presidente della Confindustria (dal 1976 al 1980), Ministro del Tesoro (dal 1989 al 1992) e Senatore della Repubblica (nella IX e X legislatura eletto nelle fila della DC) fu artefice dello sviluppo economico del nostro Paese, della sua stabilità messa a repentaglio negli anni complicati del Sessantotto, della realizzazione della riforma del settore bancario e finanziario nazionale culminata con il Testo Unico Bancario del 1993, nonché dell’integrazione dell’Italia nell’Unione Europea con la stipula del Trattato di Maastricht.  

Il libro Mercato, Europa e libertà pubblicato (curato da Francesco Pascucci) nella collana Storia e Società (Laterza, pagg. 177) con il contributo dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e dell’Istituto Luigi Einaudi per gli studi bancari, finanziari e assicurativi (sarà presentato a Roma nella Sala della Clemenza il 18 gennaio 2019 alla presenza del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria) raccoglie i quattordici interventi pronunciati da Guido Carli  alle assemblee dell’Abi negli anni 1963-1973, in qualità di Governatore della Banca d’Italia e negli anni 1990-92, come ministro del Tesoro.

Il volume – il terzo dopo quelli dedicati dall’Editore Laterza agli scritti di Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi – rende testimonianza al pensiero ed al magistero di Carli, che ad un quarto di secolo dalla morte, resta ancora attuale essendo legata, da un lato, alla rinascita economica italiana, e, dall’altro, al processo di europeizzazione: due temi tuttora di fondamentale importanza per il futuro del nostro Paese.

Nella prefazione al volume, il Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli ed il Presidente dell’Istituto Luigi Einaudi, Maurizio Sella ricordano anzitutto i contributi originali di Carli da  Governatore della Banca d’Italia sia in materia di credito e tutela del risparmio (le banche “devono conciliare in ogni circostanza l’esigenza di prestare assistenza creditizia in misura adeguata ad una economica in sviluppo con quella di tutelare la propria posizione patrimoniale nell’interesse dei depositanti”), sia sul versante del valore di un’economia di mercato, aperta alla concorrenza – in un’epoca, quella in cui operava Carli, nella quale tutte le maggiori banche erano sotto il controllo dello Stato – ma in un contesto di regole uniformi ed equilibrate (ciò può essere ottenuto diceva Carli non con l’isolamento ma attraverso “l’adattamento della nostra legislazione a quelle dei Paesi industriali più progrediti”), sia,  infine, nell’avviare un processo di riforma delle banche. Cosa quest’ultima che avverrà negli anni Novanta con la realizzazione e l’approvazione del Testo Unico Bancario. Fondamentale si sarebbe rivelato il contributo di Carli anche nel favorire e accompagnare gli ulteriori passi avanti dell’Italia nel processo di integrazione politica ed economica nell’Europa attraverso la firma del Trattato di Maastricht sull’Unione Europea, di cui sarebbe stato un artefice. “Quell’atto – scrivono Patuelli e Sella – fu, allo stesso tempo, coronamento e testamento spirituale di uno statista che seppe offrire al Paese, nell’arco di un cinquantennio di impegno pubblico, un contributo di elevatissimo valore morale, civile ed economico”.

 

 

 

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