Milano, 13 novembre - Chiusura in rialzo per le Borse europee, sulla scommessa che si profili all’orizzonte un accordo tra Stati Uniti e Cina sul fronte del commercio internazionale, in vista del G20 in Argentina. Tuttavia Italia e Gran Bretagna sono rimaste sotto la lente. La prima nell’attesa della risposta del Governo Conte alle autorità europee sulla manovra economica, che deve essere consegnata entro la mezzanotte a Bruxelles. La seconda mentre vanno avanti le trattative per la Brexit, anche se il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha invitato l’Europa a prepararsi a tutte le eventualità. Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,9%, mentre lo spread sul finale si è attestato a 304 punti. E’ rimasta indietro Londra sui timori per la Brexit. A Piazza Affari ancora una volta ha tenuto banco la vicenda di Banca Carige (-48%), all’indomani della presentazione del piano di rafforzamento del capitale fino a 400 milioni. Le azioni dell’istituto genovese non sono riuscite a far prezzo per gran parte della seduta e poi hanno chiuso in calo del 48% a 0,0019 euro. Sono andate in ordine sparso le altre azioni bancarie, con Intesa e Unicredit in rialzo (del 2,1% e dell’1,87%), Banco Bpm in calo dello 0,3%. Ha inoltre catalizzato l’attenzione Telecom Italia, dopo il colpo di scena della defenestrazione del ceo, Amos Genish. I titoli hanno più volte cambiato la direzione di marcia e chiuso in rialzo dell’1,4%. A2a ha guadagnato l’1,9%, nel giorno della diffusione dei conti dei primi nove mesi e dell’aggiornamento della guidance 2018, comprensiva di oneri straordinari e del primo consolidamento della multiutilty della Lombardia. Sono invece andati male i titoli petroliferi, penalizzati dal calo del greggio. Del resto l’Opec ha rivisto ancora una volta al ribasso le previsioni della domanda di petrolio, spingendo a 57,39 dollari al barile il wti contratto con consegna a dicembre, in netto ribasso del 4,1%. Sul fronte valutario, l’euro si è avvicinato di nuovo alla soglia di 1,13, dopo avere toccato un minimo a 1,1221 dollari, livello che non vedeva dal giugno del 2017 (ieri a 1,125 dollari). La divisa è scambiata a 1,1290 dollari. Vale inoltre 128,7 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 114.