Abi. Il credito all’economia cresce su base annua del 2,6%. Calano ancora le sofferenze

Lo storico palazzo Altieri di Roma sede dell'Abi

Lo storico palazzo Altieri di Roma sede dell’Abi

Dai dati al 30 giugno 2018, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +2,6%, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di crescita annuo risulta su valori positivi da oltre 2 anni). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese. Lo sostiene l’Abi nel suo consueto rapporto mensile sul mercato del credito. Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a maggio 2018, si conferma la crescita del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,3% rispetto a maggio 2017 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento). A giugno 2018, i tassi di interesse applicati ai prestiti alla clientela si collocano sui minimi storici: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,60%, minimo storico (2,63% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).  Al minimo storico anche il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni che è risultato pari a 1,80% (1,83% a maggio 2018, 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Al minimo storico anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese che è risultato pari a 1,37% (1,43% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a maggio 2018 si sono attestate a 49,3 miliardi di euro; un valore in diminuzione di 1,7 miliardi rispetto ai 50,9 miliardi del mese precedente e in forte calo, meno 37,5 miliardi, rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In 17 mesi si sono quindi ridotte di oltre il 43%. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di quasi 40 miliardi, cioè diminuisce di oltre il 44,5%. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto al 2,84% a maggio 2018 (era 4,89% a fine 2016.

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