Ad aprile i mutui (+2,7%) spingono al rialzo i prestiti. Il Rapporto mensile dell’Abi sottolinea l’ulteriore miglioramento delle sofferenze nette calate a 53,9 miliardi

abi-1140x666Ad aprile il mercato del credito resta tonico. I prestiti alle famiglie e alle imprese hanno messo a segno una crescita del 2,5% su base annua e il trend positivo prosegue ininterrotto ormai da oltre due anni. A marzo il mercato dei mutui cresce ancora e aumenta del 2,7% rispetto all’anno precedente. Le sofferenze nette, cioè i crediti di difficile esigibilità, si sono ulteriormente contratti attestandosi a 53,9 miliardi, in calo di 655 milioni rispetto a febbraio (54,2 miliardi). Più luci che ombre dal rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) che fornisce stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia relativi ai finanziamenti alle famiglie e alle imprese. Sempre ad aprile, i tassi di interesse applicati ai prestiti alla clientela si collocano sui minimi storici: il tasso medio sul totale dei prestiti è del 2,66%, minimo storico (2,67% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Al minimo storico anche il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni che è risultato l’1,85% (l’1,88% a marzo 2018, minimo storico, il 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono a tasso fisso.

Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato l’1,51% (l’1,51% anche il mese precedente, valore prossimo al minimo storico dell’1,42% di gennaio 2018; il 5,48% a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati dalle banche con proprie risorse) a marzo si sono attestate a 53,9 miliardi di euro; un valore in diminuzione di 655 milioni rispetto ai 54,5 miliardi del mese precedente e in forte calo, meno 32,9 miliardi, rispetto a dicembre 2016 (86,8 miliardi). In quindici mesi si sono quindi ridotte di quasi il 38%. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di quasi 35 miliardi, cioè diminuisce di oltre il 39%.

Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto al 3,11% a marzo 2018 (era il 4,89% a fine 2016).

In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, ad aprile, di circa 55 miliardi di euro rispetto a un anno prima (+3,9% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per quasi 57,3 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -17,9%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra ad aprile 2018 una variazione su base annua di -0,1%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.549 a 1.723,9 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di quasi 175 miliardi.

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