Rapporto Abi: i prestiti crescono su base annua del 2,3%. Tassi ai minimi storici. Sofferenze nette stabili (66,3 miliardi)

La facciata di Palazzo Altieri a Roma sede dell'Abi

La facciata di Palazzo Altieri a Roma sede dell’Abi

I prestiti alle famiglie e alle imprese crescono del 2,3% su base annua, con i mutui a far da traino (+3,4% su novembre 2016). Tassi di interesse ai minimi storici (2,69% quello medio). Le sofferenze nette restano stabili. Sono queste in sintesi alcune delle principali evidenze del Rapporto dell’Abi sul credito a gennaio.   Al 31 dicembre 2017 i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua del 2,3%, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere  che dura ormai da 23 mesi). Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a novembre 2017, si conferma la crescita del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +3,4% rispetto a novembre 2016. A dicembre 2017, i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela si collocano su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,69%, nuovo minimo storico (2,73% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a novembre 2017 si sono attestate a 66,3 miliardi di euro; un valore stabile rispetto ai 65,9 miliardi del mese precedente e in forte calo rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi. In particolare, la riduzione è di oltre 22,5 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 3,74% a novembre 2017 (era 4,89% a fine 2016).

I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a fine 2017, di oltre 50,5 miliardi di euro rispetto a un anno prima (+3,6% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per circa 50,7 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -15,2%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) registra a fine 2017 una sostanziale stabilità su base annua pari a -0,01%, +0,2% il mese precedente. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.549 a quasi 1.728 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di quasi 179 miliardi.

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