Il vero scandalo è la Banca d’Italia. Intervista con Elio Lannutti, Presidente di Adusbef

Elio Lannutti è giornalista e presidente dal 1987 dell'Adusbef, associazione indipendente dei consumatori. Ex senatore dell'Italia dei Valori.

Elio Lannutti è giornalista e presidente dal 1987 dell’Adusbef, associazione indipendente dei consumatori. Ex senatore dell’Italia dei Valori.

L'ultimo libro di Lannutti, La banca d'Italia.

L’ultimo libro di Lannutti, La banca d’Italia.

Un nuovo terremoto giudiziario ha sconvolto il “vertice” di una Banca. Lei sostiene che la responsabilità di quanto accaduto è della Banca d’Italia. Perchè?

“La Banca d’Italia e la Consob hanno fatto da “palo”ad una gestione scellerata della Banca Popolare di Vicenza il cui scandalo è stato denunciato dalla mia associazione il 18 marzo 2008. Come mai nelle ispezioni non si è accorta che in deroga a norme di legge la Bpvi aveva prestato ai suoi clienti, ricattandoli, quasi un miliardo di euro (un quarto del suo valore), per comprare azioni della stessa banca, titoli illiquidi e sopravvalutati? Riteniamo che la Banca d’Italia sia caduta nel fango. Il Governatore Ignazio Visco e il Direttorio dovrebbero essere incriminati”.

Se le denunce non sono recenti perché la Procura della Repubblica di Vicenza si è mossa solo ora? Spetta alla magistratura inquirente esercitare l’azione penale avuta la notizia di un reato, non certo alla Banca d’Italia.

“Vogliamo vedere chi era a capo della Procura di Vicenza negli anni scorsi e che rapporti aveva avuto con la Banca d’Italia? Foglianelli fu a capo della Procura dal 1997 al 2003, Pecori dal 2003 al 2005, Calvarani dal 2005 al 2015, e poi, dal 2010 al 30 marzo 2012 nuovamente Pecori, essendo il sostituto procuratore della Repubblica più anziano, infine, dal 31 marzo 2012 ad oggi Antonino Cappelleri. Tutti legati indirettamente alle banche. C’è un conflitto di interessi che ha paralizzato per anni la Procura della Repubblica di Vicenza”.

Un esempio?

Foglianelli, ad esempio, è stato nominato amministratore di NordEst Sgr società che gestisce fondi di investimento controllati dalla Banca Popolare di Vicenza. Quando il controllore è legato da interessi con chi dovrebbe controllare lei pensa che sia libero di farlo?

La Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni sia nella sede centrale, sia nelle direzioni generali di Milano, Roma e Palermo. A Palermo ha sede Banca Nuova, società controllata dalla Banca Popolare di Vicenza. Cosa potrebbe venire fuori da queste perquisizioni?

“Non sappiamo esattamente cos’altro potrà venire fuori. Quello che è certo è che c’è stato un danno economico ingentissimo per quasi 120mila soci della Banca Popolare di Vicenza che può essere tranquillamente quantificato nell’ordine di 5-6 miliardi di euro tra perdite, aumenti di capitale e azioni illiquide. Questo signore, padre – padrone Zonin il assolda Gianandrea Falso, già nella segreteria di Draghi (ex Governatore di Banca d’Italia e oggi Presidente della Bce n.d.r.) e nel frattempo Palazzo Rebeda nel centro storico di Vicenza. Oggi (martedì scorso n.d.r.) abbiamo inviato un esposto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nella qualità di Presidente del Csm, al Vice presidente del Csm, Giovanni Legnini e al ministro della Giustizia, Andrea Orlandi con la richiesta di fare piena luce su quanto accaduto”.

Ci sembra di risentire i toni da Savonarola del suo ultimo libro dove ha definito l’Istituto di Palazzo Kock la Banda d’Italia.

“Il vero scandalo è questa Banca d’Italia. Dove i controlli dovrebbero essere garantiti, c’è il massimo dell’opacità: un cono d’ombra che copre i troppi privilegi (i maxi guadagni del Governatore), le spese esorbitanti (7000 dipendenti costano più di un miliardo all’anno) e i sistematici conflitti d’interesse a danno dei correntisti ignari, in un gioco in cui controllori e controllati sono dalla stessa parte. Sprechi (carte di credito per spese personali), privilegi (affitti regalati), favoritismi parentali (cariche tramandate da padre in figlio) fanno dei dipendenti della Banca d’Italia una super casta  intoccabile. Nessuno, tanto meno la stampa, osa attaccarli”.

Ma quali sarebbero stati gli scandali non visti da Via Nazionale?

“La Banca Popolare di Vicenza è solo l’ultimo caso. In precedenza ci sono stati gli scandali di Parmalat, di Veneto Banca, di Banca delle Marche, di Banca del Monte dei Paschi di Siena, di Carige. E poi di altre piccole banche. E gli ispettori della Banca d’Italia cosa fanno? Apprendono dalle inchieste giornalistiche gli scandali che ci sono? Banca d’Italia e Consob sono due enti inutili che bisognerebbe sciogliere!”.

Eppure le normative in ambito nazionale ed europeo sulla vigilanza degli intermediari finanziari sono divenute molto più stringenti.

“I banchieri indagati sono troppi: com’è possibile? Nessun governatore si accorge di nulla: né Ciampi, né Draghi, né Visco. Poche le sanzioni, lievi e tardive. Intanto il denaro arriva a chi ce l’ha già o ha potere da far valere mentre i clienti normali pagano conti correnti e mutui più di tutti gli altri cittadini europei. Nessuno ha il coraggio e la forza di intervenire. Fino a quando saremo disposti a sopportare tutto questo?”.

Scusi ma anche lei ha lavorato in banca. Adesso che non ci lavora più si accorge del marcio?

Io ho lavorato in banca e guardavo negli occhi chi mi chiedeva il credito. Lo proponevo al Comitato fidi e le sofferenze allora erano ben poche rispetto a quelle odierne. Ci ribelliamo al predominio della finanza. A questo esproprio criminale dei risparmi e rivendichiamo che nelle democrazie la sovranità appartiene al popolo, lo dice la Costituzione della Repubblica, non ai tecnocrati, ai cleptocrati, come Draghi e la Troika, agli oligarchi non eletti da nessuno, ma nominati perché hanno servito le grandi banche d’affari, come Draghi, Grilli e Siniscalco. Questo scandalo deve finire”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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