Domenica 11 gennaio la Biennale Internazionale d’Arte a Palermo curata da Vittorio Sgarbi

“L’Italia con periferia e politico”, 1921 tempera su cartoncino applicato su tela centimetri 66,3x50,3.

“L’Italia con periferia e politico”, 1921
tempera su cartoncino applicato su tela centimetri 66,3×50,3.

Domenica 11 gennaio, alle 17 e 30, a Palazzo Sant’Elia a Palermo alla presenza di Vittorio Sgarbi, si inaugura la seconda edizione della «Biennale Internazionale d’Arte di Palermo», una delle più importanti vetrine dell’arte contemporanea italiana ed europea,  promossa da «EA Editore» e patrocinata dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e delle Identità Siciliane della Regione Siciliana. Rispetto alla scorsa edizione raddoppiano gli spazi espositivi: oltre al Loggiato  di San Bartolomeo e al Teatro Politeama, questa edizione si estende al Complesso Museale Reale Albergo delle Povere (sede dell’allestimento speciale «Biennale di Palermo Artexpo») e al Palazzo Sant’Elia dove sono ospitati gli artisti provenienti dall’estero, alcuni maestri italiani e la mostra «Mario Sironi: illustrazione, pittura, grande decorazione», curata da Estemio Serri, promossa da «EA Editore» e da «Edizioni 56» Bologna.

La mostra è costituita da ben cento opere dell’artista, realizzate tra il 1915 e il 1961; sarà visitabile dall’11 al 25 gennaio. Il catalogo, con testi di Andrea Sironi-Straußwald, Claudio Spadoni ed Estemio Serri, è pubblicato da «EA Editore» ed «Edizioni 56» di Bologna. Numerosi gli artisti per questa seconda edizione della «Biennale Internazionale d’Arte di Palermo»: il comitato scientifico, presieduto dal professore Paolo Levi, con la direzione dell’editore Sandro Serradifalco, ne ha selezionati mille  tra le 7mila candidature provenienti da tutto il mondo.  Tra le novità dell’edizione 2015 un premio di 10 mila euro per i primi classificati, rispettivamente nelle sezioni scultura e pittura, mentre il  primo classificato nella sezione fotografia avrà finanziata una monografia di 100 pagine con una tiratura di 1.000 copie. Ad assegnare i premi saranno i visitatori insieme a una giuria composta da esperti d’arte.

Ad aprire e chiudere l’edizione 2015 saranno i critici d’arte Vittorio Sgarbi e Paolo Levi. La cerimonia di premiazione il 25 gennaio al Teatro Politeama, condotta da Piero Chiambretti, con il concerto di Gino Paoli accompagnato dal pianista jazz Danilo Rea.

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

«L’unica Biennale a cui io ho dato la mia attenzione, dopo quella di Venezia, è la Biennale di Palermo” dice Vittorio Sgarbi.  Il mio compito è di continuare a osservare,  approfondire e stabilire se alcuni artisti potranno avere qualche certezza per il futuro. Ho ritenuto di essere l’osservatore dei “rifugiati dell’arte”, accolti nella Biennale di Palermo, nella convinzione che ognuno abbia diritto alla creatività. Ora, questo può anche essere esperito con altri strumenti, ma quello che io ho scelto, e dove c’è un metodo e un impegno che mi sembrano molto rispettabili, anche in tempi in cui non ci sono più finanziamenti pubblici e quindi assistenze di assessorati o altro che non fanno più l’attività che facevano un tempo, è la Biennale di Palermo che io ho seguito fin qui.

«La Biennale di Palermo – aggiunge Sgarbi – è ispirata a quella veneziana del 2011 e continua il mio impegno di allora, cioè quello di osservare un campione molto ampio di artisti.  Quindi mi auguro che per gli artisti, al di là del mio gusto, ci sia la possibilità di farsi conoscere, di affermarsi e di trovare nelle diverse variazioni della loro ricerca una possibilità di esistenza, perché il tema di questa Biennale è il tentativo di esistere piuttosto che essere fuori gioco. Perché la Biennale di Palermo è la Biennale della libertà: non è dei critici ma degli artisti…

E siccome alla Biennale di Palermo gli artisti sono tanti, esprimere una realtà così vasta è un compito che non è soltanto del critico ma di chi vuole rappresentare una realtà multiforme e varia. Nel caso di Palermo, sono un uomo che vede, il cui nome può essere vantaggioso o utile per un artista, ma l’artista intanto è visto da molti ed esiste, e la sua esistenza è il dato primario, di quello che bisogna tutelare e difendere in nome del diritto alla creatività»

 

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