Borse sempre nel segno del Toro. La correzione (forse) arriverà in autunno. Intervista con l’analista Maurizio Mazziero

Analista finanziario e socio ordinario della Società Italiana di Analisi Tecnica, Maurizio Mazziero è fondatore di Mazziero Research, che pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

Analista finanziario e socio ordinario della Società Italiana di Analisi Tecnica, Maurizio Mazziero è fondatore di Mazziero Research, che pubblica trimestralmente un Osservatorio sui dati economici italiani.

I mercati azionari e, in particolare, quelli degli Stati Uniti macinano record (a Wall Street il Dow Jones giovedì, per la prima volta nei 118 anni della sua storia, ha superato i 17mila punti) stanno beneficiando delle buone performance delle società quotate e della positiva intonazione dell’economia mondiale, sia pure più contenuta nell’Area Euro (+ 0,3% il Pil reale stimato nel secondo trimestre) dove restano rischi al ribasso. Siamo giunti al giro di boa di metà anno. Ma il bel tempo può durare per sempre?

“Dobbiamo distinguere l’orizzonte temporale: medio o lungo termine. A medio termine, anche in concomitanza con la pausa estiva, è ragionevole attendersi una fase di debolezza. Nel lungo termine occorre pure distinguere: l’economia americana è cresciuta molto. In qualche modo ora ci troviamo di fronte ad una situazione in cui le società sono quotate in modo corretto rispetto alle aspettative economiche. Per ottenere in ambito americano un’ulteriore spinta ci dovrebbe essere un grande miglioramento dei margini aziendali. Diversa è la situazione in Europa dove si assiste ad una crescita piuttosto asfittica e se davvero si dovesse innestare una crescita più convinta allora è probabile attendersi una spinta maggiore da parte delle quotazioni azionarie nelle Borse europee e italiana”.

Fattori come l’ipotetico default dell’Argentina dopo la sentenza della Corte Suprema in caso di mancato rimborso dei Tango Bond, un indebolimento della domanda estera da parte delle economie emergenti, in particolare Asia e America Latina e un inasprimento delle tensioni geopolitiche internazionali nell’Europa dell’Est e dei conflitti militari in Iraq e Siria, potrebbero influire negativamente sull’andamento di Wall Street con un effetto – domino sugli altri mercati?

Il toro (in inglese bull) si trova a pochi metri da Wall Street a New York.  Opera dello scultore italiano Arturo Di Modica il toro, è in posizione di carica e simbolizza la tendenza rialzista delle Borse e in particolare quella di New York il cui indice S&P 500 nel 2013 ha conosciuto un incremento del 29,1%.

Il toro (in inglese bull) si trova a pochi metri da Wall Street a New York. Opera dello scultore italiano Arturo Di Modica il toro, è in posizione di carica e simbolizza la tendenza rialzista delle Borse e in particolare quella di New York il cui indice S&P 500 nel 2013 ha conosciuto un incremento del 29,1%. Giovedì scorso ha raggiunto il picco a 2mila punti.

“Se osserviamo un grafico di Wall Street vediamo come l’indice Standard & Poor’s 500 sia in una fase di crescita notevole ormai da molti anni. Giovedì scorso ha raggiunto il primato di 2mila punti. Pertanto è molto probabile uno storno anche consistente che potrebbe portare le quotazioni verso il basso di un 20%. Questi fattori geopolitici potrebbero fare da detonatore di un movimento che poi sarebbe molto acuto. In questo momento i mercati sembrano indifferenti a queste problematiche. Ciò tuttavia non ci deve stupire. Nei mercati vige molto l’atteggiamento emotivo. Basterebbe un minimo movimento per innescare un effetto – domino di discesa dei mercati”. La mia foto 2

I flussi di capitali in uscita dalle economie emergenti puntano sull’Europa, l’area che dovrebbe crescere maggiormente nei prossimi mesi, specie se si troverà l’intesa tra i grandi Paesi di Eurolandia sulla Road Map nell’attuazione del Patto di stabilità e crescita dando più enfasi alle politiche di sviluppo. Ciò potrebbe favorire gli investimenti e spingere all’insù le Borse europee?

“Da un punto di vista teorico sicuramente sì. Nel senso che le Borse europee e, tra queste, l’italiana hanno maggiori margini di apprezzamento. Il problema riguarda l’effettiva crescita della zona europea. Che finora non s’è verificata perché siamo abituati a parlare di zona europea in termini estensivi ma manca la coesione nelle politiche  economiche e fiscali tra i vari Paesi che la compongono. Le incognite rimangono tutte sul tappeto. Dobbiamo vedere cosa succederà. Quanto ai paesi emergenti, adesso stanno vedendo dei nuovi flussi in ingresso di capitali, magari con una maggiore selettività”.

Il semestre italiano di Presidenza del Consiglio europeo potrà segnare un punto a favore delle politiche di crescita, dando corpo alle previsioni dell’Agenda di Van Rompuy?

“Non credo. Siamo nella fase del passaggio delle consegne dal vecchio al nuovo Parlamento europeo. E quindi di fatto la fase italiana di Presidenza europea è più un effetto di facciata, che viene sbandierato da noi, più che un effetto tangibile”.

Su quali comparti l’investitore può ragionevolmente puntare senza esporsi ad un’alea eccessiva?

La Borsa Italiana a Milano.

La Borsa Italiana a Milano.

“Il mio suggerimento è di andare oltre il Ftse – Mib, che è l’indice principale. Consiglierei di andare sulle Small e Mid Cap, società di piccola e media capitalizzazione. Ne abbiamo diverse e credo che bisognerebbe cercare di fare una diversificazione tra i vari settori. Se l’Italia riprenderà quota lo riprenderà con queste società. Attenzione alle aziende del lusso, eccessivamente care, quindi bisognerà attendere la fase del ripiegamento”.

E da quali l’investitore è bene che si tenga alla larga?

“Soprattutto dai bancari. Per tre motivi: sono in corso operazioni di aumento di capitali, sono sottoposte agli stress test sulla loro solvibilità e perché sono molto esposte sui titoli dello Stato. In questo momento lo spread Btp-Bund è su livelli contenuti, ma non possiamo immaginare che resterà sempre così. Se i tassi di rendimento tornassero a salire ci sarebbero delle ripercussioni sui bilanci delle banche”.

 

 

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Finanza e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


sei + = undici

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>