NS Partners: Usa, puntare su titoli legati a crescita economia in ottica di lungo periodo

L’economia è forte e per questo motivo ci sono ben poche preoccupazioni relative alla resilienza dei dati societari.  Alla luce di questo, come di consueto, il settore finanziario americano è stato il primo a svelare i propri risultati. Il settore bancario, in particolare, ha confermato le aspettative elevate del consensus grazie all’accresciuto margine di interesse - la differenza tra interessi attivi e passivi - che permette di godere della migliore profittabilità da oltre un decennio.

L’economia è forte e per questo motivo ci sono ben poche preoccupazioni relative alla resilienza dei dati societari.
Alla luce di questo, come di consueto, il settore finanziario americano è stato il primo a svelare i propri risultati. Il settore bancario, in particolare, ha confermato le aspettative elevate del consensus grazie all’accresciuto margine di interesse – la differenza tra interessi attivi e passivi – che permette di godere della migliore profittabilità da oltre un decennio.

Le prime pubblicazioni dei risultati societari relativi ai primi tre mesi del 2024 continuano ad indicare una tendenza positiva per quanto riguarda gli utili, trend ereditato dall’anno appena passato. Segnali incoraggianti arrivano anche dai dati macroeconomici, in particolare quelli statunitensi. Secondo le stime della Fed di Atlanta, l’economia a stelle e strisce è cresciuta del 2,5% nel primo trimestre di quest’anno, più della tendenza di lungo periodo, così come il mercato del lavoro, che resta incredibilmente resiliente. A questo proposito, i recenti dati pubblicati dal Department of Labour, relativi ai Non-Farm Payrolls, hanno sorpreso al rialzo, aggiungendo, nel mese di marzo, ben 303.000 occupati, a fronte di stime di 200.000. Il tasso di disoccupazione è invece sceso fino al 3,8%, il che fa in parte dubitare sulle aspettative di un deciso allentamento monetario nel breve termine – con l’inflazione ancora in salita al 3,5% – sebbene la Fed continui a rimarcare il suo atteggiamento espansivo, sottolineando la necessità di due o tre tagli per il 2024. L’economia è forte e per questo motivo ci sono ben poche preoccupazioni relative alla resilienza dei dati societari.

Alla luce di questo, come di consueto, il settore finanziario americano è stato il primo a svelare i propri risultati. Il settore bancario, in particolare, ha confermato le aspettative elevate del consensus grazie all’accresciuto margine di interesse – la differenza tra interessi attivi e passivi – che permette di godere della migliore profittabilità da oltre un decennio. JPMorgan Chase si è dimostrata molto resiliente nonostante il CEO, Jamie Dimon, avverta dei pericoli dati dalle tensioni internazionali e dall’inflazione. La banca americana ha registrato EPS (Earnings per Share) pari a $4,44 su profitti totali di $13,4 miliardi, mentre il NII (Net interest Income) è salito dell’11% anno su anno. Anche Citigroup ha mostrato una crescita, battendo le attese con EPS di $1,58 e un utile netto pari a $3,4 miliardi. Se i risultati positivi del settore bancario erano quasi scontati, i riflettori degli investitori sono ora proiettati verso le pubblicazioni delle Big Tech (a partire dal 23 aprile con Microsoft, Alphabet e Tesla) per cercare di capire se l’euforia legata al mondo dell’intelligenza artificiale si sta riflettendo in modo tangibile sugli utili. In attesa dei dati, gli investitori possono però affidarsi alla stabilità e alla crescita consistente di titoli meno appariscenti, ma certamente più consistenti nel lungo periodo. In particolare, quelli connessi alla crescita dell’economia reale americana restano i più indicati, purché l’orizzonte temporale non sia troppo breve.

di Giacomo Calef, country head di NS Partners

 

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