Robeco. PFAS 2.0 – L’ondata di nuove regolamentazioni colpiranno i prodotti chimici ma non solo

fotoNegli ultimi vent’anni, l’esposizione ai PFAS provenienti da suolo e acqua potabile contaminati è stata collegata a gravi problemi di salute umana, tra cui difetti congeniti e cancro. L’inasprimento degli standard normativi e le onerose class action degli ultimi anni stanno stimolando gli investimenti per l’analisi, il trattamento e lo smaltimento dei PFAS dalle forniture idriche e dall’ambiente in generale.

Un problema oneroso

I PFAS sono una categoria di sostanze chimiche prodotte dall’uomo. Dalle piccole case alle grandi industrie, sono molteplici i prodotti e i processi che contengono i PFAS, dalle padelle antiaderenti ai tessuti antimacchia, dalle schiume antincendio agli emulsionanti chimici, tanto da meritare il titolo di “sostanze chimiche perenni”. I loro legami carbonio-fluoro sono tra i più forti della chimica e ne rendono difficile la disgregazione nell’organismo e in natura. La loro natura persistente gli ha fatto guadagnare un altro titolo, quello di “inquinanti eterni”.

Un problema esteso

Il problema non è limitato al settore militare o ai produttori di sostanze chimiche. Dai semiconduttori alla produzione automobilistica, molte industrie si affidano ai PFAS per i loro prodotti. L’azione normativa sta spingendo molte aziende a lanciare alternative con le stesse caratteristiche di alte prestazioni. Ma questo potrebbe essere difficile, dato che l’elenco delle categorie, delle miscele chimiche e delle concentrazioni di PFAS vietate potrebbe ampliarsi in futuro. Inoltre, le aziende stanno lottando per stabilire in che misura i PFAS sono utilizzati come input nei processi di produzione lungo le catene di approvvigionamento dei prodotti. L’individuazione, i costi di bonifica (e le cause legali) aumenteranno drasticamente a seconda di quanto le autorità di regolamentazione porteranno avanti le restrizioni sui PFAS.

Sviluppi normativi

Nel dicembre 2023, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA) ha pubblicato la sua seconda tabella di marcia strategica con nuovi standard per il trattamento e lo smaltimento dei PFAS nell’ambiente. Questi si applicheranno alle aziende che producono PFAS o alle industrie che utilizzano prodotti contenenti PFAS. All’inizio del 2023, l’EPA ha proposto nuove restrizioni per sei PFAS nei sistemi idrici pubblici. Una volta finalizzate, dovrebbero dare il via agli investimenti delle aziende idriche a livello federale.

Anche l’Europa sta combattendo il problema. L’UE ha stabilito nuovi limiti per i PFAS che entreranno in vigore negli Stati membri nel 2026. Inoltre, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha elaborato una proposta per vietare tutte le sostanze chimiche ultra-tossiche, tra cui oltre 10.000 composti PFAS.

Attuali strategie di gestione dei PFAS

Rilevamento dei PFAS – Delle migliaia di composti PFAS esistenti, i laboratori commerciali sono generalmente in grado di analizzare la presenza di solo 30-50 di essi. I test vanno dall’analisi mirata, in grado di quantificare la presenza di composti PFAS specifici e noti, all’analisi non mirata, in grado di rilevare se un campione è privo di PFAS. Attualmente, le dimensioni del mercato dei test sono ridotte, ma si prevede una rapida crescita in seguito all’approvazione di normative che coinvolgeranno non solo le società di servizi idrici, ma qualsiasi azienda che abbia terreni, aria o acqua contaminati.

Separazione dei PFAS – I trattamenti convenzionali per rimuovere i PFAS dall’acqua e dai terreni contaminati comprendono la filtrazione a carbone attivo, la resina a scambio anionico, la nanofiltrazione, l’osmosi inversa e il frazionamento della schiuma. Come per i test e le misurazioni, l’ampliamento della portata normativa significa che le aziende a monte che producono o utilizzano PFAS dovranno molto probabilmente investire in tecnologie di trattamento dei PFAS per prevenire l’inquinamento da scarico nei corsi d’acqua e nelle discariche.

Smaltimento dei PFAS – I metodi di trattamento convenzionali possono contribuire a ridurre i PFAS dall’acqua e dal suolo, ma lasciano comunque concentrati pericolosi. I PFAS possono essere ulteriormente trattati e smaltiti, ma i metodi utilizzati differiscono per costi, efficacia e scalabilità. Un approccio comune è quello di incenerire o stoccare i rifiuti carichi di PFAS per evitare ulteriori perdite sul terreno e nell’acqua. Tuttavia, oltre a lasciare sottoprodotti inquinanti, l’incenerimento è costoso e richiede molta energia. Per questo motivo, i ricercatori stanno cercando di trovare soluzioni sostenibili in termini di costi, energia e rifiuti ambientali.

Una fonte di opportunità di crescita

Il timore di censure normative, multe, costose cause legali e danni alla reputazione dovrebbe spingere le aziende a intensificare il rilevamento e la rimozione dei sottoprodotti dei PFAS all’interno delle loro catene di approvvigionamento. Sebbene le attuali tecnologie di analisi e trattamento offrano un punto di partenza, il crescente panorama normativo e le cause legali spingeranno anche la domanda di ulteriori innovazioni oltre gli approcci convenzionali.

A cura di Jindapa (Amy) Wanner-Thavornsuk, Co-Portfolio Manager della strategia RobecoSAM Sustainable Water Equities di Robeco

 

 

 

 

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