Borsa. Europa resiste ai venti di guerra commerciale, Milano chiude a + 1,22%

Piazza Affari

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Milano, 7 marzo – Bilancio positivo per le Borse europee, che dopo un avvio in rosso hanno recuperato chiudendo tutte in territorio positivo. In cima al podio dei mercati del Vecchio Continente c’è Milano, con il Ftse Mib che a fine giornata ha guadagnato l’1,22%, sfiorando i 22.500 punti. Dopo due giorni in cui a tenere banco sono state le elezioni italiane, dove i tempi per il nuovo governo non si annunciano brevi, a rubare la scena sono stati i temuti dazi di Donald Trump e le dimissioni in polemica del suo consigliere economico Gary Cohn. La Casa Bianca ha fissato per questo fine settimana – alcuni prevedono già domani – l’annuncio della tassazione extra su acciaio (al 25%) e alluminio (10%), ricevendo le repliche irritate della Ue, che stima in 2,8 miliardi le potenziali perdite per le aziende europee. La Commissione Ue nel frattempo bacchetta l’Italia per i suoi ‘squilibri economici eccessivi”, mentre gli occhi sono puntati sulla riunione della Bce di domani. In calo a 129,4 lo spread tra BTp/Bund e il rendimento dei BTp decennali. Il faro a Piazza Affari è stato indirizzato in particolare su Telecom, inizialmente poco mosso, che alla fine delle contrattazioni è salito dell’1,8% dopo il via libera alla separazione della rete, i conti 2017 e il piano di investimenti per nove miliardi. A tenere banco anche l’irruzione nel capitale del fondo americano Elliott, con il ceo Amos Genish che si dice ‘pronto al confronto’. Acquisti su Fca (+1%, dopo il balzo del 5,7% della vigilia) seguiti all’upgrade di Moody’s e le parole di Sergio Marchionne che da Ginevra assicura ‘non venderò mai Magneti Marelli’. Bene anche Exor (+2,4%), Recordati (+3,2%) e Poste, che ottiene il 2,6% dopo l’accordo definitivo con Anima. In coda al listino, viaggiano in direzione contraria Tenaris (-1,15%) e Cnh (-0,14%). Sul mercato valutario l’euro per lunghi tratti è stato scambiato nei confronti del dollaro sopra 1,24 e quando si sono chiuse le contrattazioni prezzava 1,238 (in calo rispetto all’1,2408 di ieri) e 131,493 nei confronti dello yen. Sul fronte del greggio, il Wti con contratto di consegna ad aprile è in calo dello 0,46% a 62,31 dollari, in scia con il Brent del Mare del Nord a 65,51 dollari (-0,44%) su maggio.

 

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