La Terra delle onde. I francobolli di Waveland e Rockall. Articolo di Fabio Vaccarezza e Michele Apicella

FOTO_INIZIALE-greetings from Rockall v3Il  10 giugno del 1997 un gruppo di attivisti di Greenpeace si inerpicò su un isolotto roccioso che spunta nel bel mezzo del Nord Atlantico a 300 chilometri da San Kilda, un’isola prossima alla costa scozzese. Il gruppo piantò alcune tende e fece sventolare la bandiera di Greenpeace durante i 10 giorni in cui soggiornò in quel luogo impervio. Fu deciso di chiamare quello spuntone di roccia disabitato “Waveland”, o “Terra delle Onde” e di dichiararlo indipendente.

Per l’occasione l’organizzazione fece stampare una etichetta dentellata da 10 pence di colore giallo con  il profilo dell’isolotto. We lived there for 40 days

Anche dopo il ritorno a casa degli attivisti i giornali continuarono periodicamente a dare notizie su Waveland sino al 1999, in quanto il supposto microstato rilasciò via web ai simpatizzanti ben 15.000 passaporti! Poi per mancanza di fondi il progetto Waveland, nato per contestare le esplorazioni petrolifere, cessò di esistere e tutto tornò nell’oblio.

FOTO02-Waveland-1997-x300Ma qual è il vero nome di questo isolotto alto non più di trenta metri, pinnacolo emergente di un ex vulcano? Chi effettivamente possiede questo sperone di roccia battuto dai venti e da onde enormi che spesso lo ricoprono con la loro schiuma? Perché tanto interesse per un luogo disabitato dove al massimo nidificano alcune specie di uccelli marini? Un’attenta ricerca sulle antiche cartine geografiche dell’ammiragliato britannico ci informa che questo isolotto era già citato nel 1607  con  il nome di Rokol, mentre con il nome di Rockall figura negli Atti ufficiali del Regno Unito che ne proclamò il possesso il 10 febbraio 1972 con il Rockall Act.

Nel 1955, ben prima che l’Atto fosse votato dal parlamento britannico, un elicottero con la bandiera dell’Unione aveva sorvolato Rockall lasciando  sul posto un piccolo contingente di tre soldati, che per alcuni giorni stazionò sull’isola. La foto dell’alzabandiera fu riportata da molti giornali dell’epoca. Una targa fu poi lasciata ad indicare il possesso di questa terra, certamente antichissima. La sua composizione geologica è tale che il plateau di Rockall (quindi anche il fondale) è prova tangibile della teoria della deriva dei continenti,  quando America del Nord, Europa ed Asia, uniti nella Laurasia, si separarono, nel periodo terziario, ben 100 milioni di anni fa. FOTO03-Rockall_Union_flag_hoisted_1955

Con il Rockall Act il Regno Unito acquisisce tutti i diritti derivanti dal possesso dell’isolotto: una zona economica esclusiva di 200 miglia nautiche, con un’area esclusiva per la pesca e lo sfruttamento del fondo marino che potrebbe avere riserve di petrolio. Ecco quindi spiegato l’interesse economico del governo di sua maestà la regina Elisabetta II e le ancora attive rivendicazioni di ben tre nazioni limitrofe, quali la Danimarca (per la Groenlandia), l’Irlanda e l’Islanda, nonché il già citato intervento di Greenpeace per portarlo all’attenzione del mondo. Risale agli anni Settanta l’etichetta in bianco e nero da 30 pence, di origine britannica.

FOTO05-spedizione-scozzeseI collezionisti di francobolli e di storia postale, sopratutto quelli più curiosi e dediti a mettere nei loro album reperti inusuali, sono ancora oggi interessati alle vicende di Waveland/Rockall. Costoro  nel giugno 2005 fibrillarono ad una notizia apparsa sui giornali scozzesi. Una piccola spedizione di 10 scalatori, in uno dei rari giorni di bonaccia, era approdata sull’isola ed era salita sulla cima. Fra gli oggetti portati dagli scalatori c’erano anche un centinaio di buste affrancate con un “francobollo” da 2 sterline di Rockall, precedentemente stampato per sovvenzionare la spedizione. FOTO06-Rockall-x300-cover-2005

La forte richiesta assorbì subito la piccola produzione e i prezzi delle poche buste messe in asta salirono notevolmente. I baldi scalatori, che firmarono le 100 FDC (first day cover), prepararono anche l’inno dell’isola e persino una dichiarazione di indipendenza della “Repubblica del popolo di Rockall”.

FOTO07-Rockall-indipendenza-2005Da allora il roccione è rimasto disabitato ed è a tutt’oggi in attesa di altri temerari desiderosi di soggiornare nella Terra delle Onde. Naturalmente sia i “francobolli” di Waveland che quelli di Rockall sono delle semplici etichette, ma a buon diritto sono collezionate come documenti e testimoni di eventi particolari.

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