A febbraio i mercati hanno proseguito in rialzo, in un contesto di banche centrali visibilmente più accomodanti e soprattutto di fronte alla prospettiva di un accordo commerciale Cina-Stati Uniti, che ridurrebbe in parte il timore di un brusco rallentamento dell’economia. In Europa, il rischio politico è stato rivisto al ribasso: nel Regno Unito sembra si voglia evitare una Brexit senza accordo, anche se il rischio resta; in Italia, la sconfitta del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Abruzzo e Sardegna costituisce senza dubbio un segnale dell’avvicinarsi della fine della strana alleanza di governo con la Lega. Principalmente sulla spinta dei settori ciclici, a febbraio il Ftse Italia All Share NT ha guadagnato il 4,61%.
AXA WF Framlington Italy ha ampliato il rialzo di inizio anno, con una performance a +6,09% per la share class A euro. Un risultato che si deve soprattutto alla selezione di titoli come Finecobank, CNH Industrial, Inwit, o Technogym, che hanno guadagnato più dell’11% sul mese.
Abbiamo inoltre alleggerito Unicredit e Banco BPM dopo le revisioni al ribasso delle prospettive di crescita tanto in Italia quanto in Germania e di un contesto di tassi bassi che dovrebbe proseguire. Abbiamo invece aperto una posizione su ERG, che è in prima linea per beneficiare della crescita delle energie rinnovabili e su Unipol, perché la cessione di Unipol Banca apre la strada a una semplificazione del gruppo. Se il calo dei mercati nell’ultimo trimestre del 2018 ha sorpreso per la sua ampiezza e rapidità, bisogna ammettere che è altrettanto sorprendente il rimbalzo in atto a partire da gennaio. Ma i timori che a fine anno hanno portato gli investitori a interrogarsi sulla giusta asset allocation e a vendere massicciamente, non sono scomparsi. In particolare, quelli sul rallentamento dell’economia. Con le attuali valutazioni, i mercati sono vulnerabili in caso di un rallentamento. L’attenzione degli investitori si concentrerà ancora sulla possibile evoluzione del dialogo tra Cina e Stati Uniti e/o sulla Brexit, eventi che saranno ancora fonte di volatilità. Visti i tanti punti d’incertezza, vogliamo mantenere dei portafogli che non siano troppo esposti a una singola tematica o a un singolo settore sottostante. Vogliamo avere una buona diversificazione sia a livello geografico (per esempio non vogliamo troppa esposizione al mercato domestico) sia settoriale (non vogliamo troppa esposizione a un singolo settore) e società che non siano troppo indebitate. Infatti, queste società sono quelle che alla fine hanno maggiore flessibilità per la crescita esterna o per far fronte a difficili condizioni di mercato. E in una fase come l’attuale, di rallentamento dell’economia, ci vuole tale flessibilità.
Gilles Guibout, gestore del fondo PIR AXA WF Framlington Italy, AXA Investment Managers