Borsa. Il rimbalzo dei tech non basta all’Europa. A Milano si salva (+3,6%)

Piazza Affari

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Milano, 14 settembre – Il rimbalzo del Nasdaq a Wall Street salva sul finale l’Europa che, dopo una seduta fiacca, riesce ad agganciare una sofferta parità grazie allo sprint dei tecnologici. Gli investitori da un lato restano preoccupati per l’andamento della pandemia, con i contagi in aumento e Israele che ha deciso un nuovo lockdown, ma allo stesso tempo continuano a scommettere sul sostegno delle Banche centrali (e sale l’attesa per la due giorni del Fomc, il braccio operativo della Fed). Nè sono bastate le speranze di una messa a punto di un vaccino contro il coronavirus, visto che AstraZeneca ha ripreso la sperimentazione e Pfizer si è detta pronta a metterlo a disposizione degli americani entro la fine del 2020. La ‘maglia nera’ del Vecchio Continente è stavolta Piazza Affari, con il Ftse Mib che termina la seduta perdendo lo 0,14%. Tra i pochi titoli a salvarsi dalle vendite St (+3,7%) in scia al resto del settore dopo la maxi operazione di rafforzamento di Nvidia che ha raggiunto un accordo con la giapponese Softbank per rilevare la controllata britannica Arm Holdings, mettendo sul piatto 40 miliardi di dollari. Sul lato opposto del listino la peggiore è Cnh (-2,4%) che paga il crollo a Wall Street di Nikola in seguito alle accuse di frode lanciate dallo short seller Hindenburg alla società e al suo fondatore Trevor Milton (il gruppo italo-statunitense ha il 7,1% del capitale di Nikola attraverso Iveco). Sulla parità Intesa Sanpaolo, sotto i riflettori dopo l’offerta non vincolante avanzata per la società Borsa Italiana insieme a Euronext e Cdp. In rosso Banco Bpm (-1,5%) che ha smentito contatti con Mps per una possibile aggregazione tra i due istituti. Sul fronte dei cambi, l’euro è in rialzo a 1,1875 dollari (venerdì in chiusura a 1,1833 dollari) e a 125,481 yen (125,661). Il biglietto verde vale 105,665 yen (106,204). Resta debole il petrolio fiaccato dai timori sulla domanda globale: il Wti con contratto di consegna a ottobre viene scambiato a 37,3 dollari (-0,1%) mentre il Brent del Mare del Nord su novembre cala a 39,8 dollari (-0,2 per cento).

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