Borsa. Tensioni su Brexit piegano la sterlina. A Milano (+1,8%) strappano Nexi e Mediaset

Piazza Affari

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Milano, 7 settembre -  Le tensioni sulla Brexit piegano la sterlina, dando fiato alla Borsa di Londra e senza provocare danni sugli altri listini europei. In una seduta con scambi ridotti per la chiusura di Wall Street, dove si festeggia il Labor Day, gli investitori si sono concentrati sulle speranze di una messa a punto già  in autunno del vaccino anti-Covid, mentre non sembrano ancora intimoriti dalla possibile rottura tra Londra e Bruxelles (con il governo Johnson che vorrebbe approvare una legge per modificare i compromessi raggiunti sull’Irlanda del Nord). Crescono anche le attese per la riunione della Bce in programma giovedì prossimo alla luce dei dati macro che fotografano una ripresa lenta. In questo quadro, Piazza Affari si mostra tonica e chiude in rialzo dell’1,8%, con lo spread in leggera risalita a 156 punti. La protagonista della giornata sul Ftse Mib è Nexi (+7%) mentre il mercato torna a scommettere sull’ipotesi di fusione con Sia e il premier Conte dal Forum di Cernobbio nel week end ha spiegato che il taglio delle tasse in Italia passa per un aumento dei pagamenti digitali. Gli acquisti hanno premiato Atlantia (+4%) con il negoziato Benetton-Cdp su Autostrade ormai alle battute finali. Il taglio dei prezzi del barile da parte di Saudi Aramco ha depresso le quotazioni del petrolio, trascinando giù Saipem (-0,67%) e Tenaris (-0,62%). Fuori dal listino principale, sprint per Mediaset (+9,3%) promossa dagli analisti di Barclays in attesa di novità sul consolidamento dopo la sentenza della Corte di giustizia europea (che ha dato ragione a Vivendi) e un suo possibile ruolo nella partita della rete unica in fibra ottica. Sul mercato dei cambi, l’euro sale ancora sul dollaro a 1,1822 (da 1,1806 venerdì in chiusura) e si rafforza contro la sterlina a 0,898 (0,893). La divisa britannica, “vittima” della Brexit, perde terreno anche verso il biglietto verde a 1,316. In calo, infine, il prezzo del petrolio: il future ottobre sul Wti cede l’1,4% a 39,2 dollari al barile, mentre la consegna di novembre sul Brent scivola a 42,1 dollari (-1,2 per cento).

 

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