Borsa. L’Europa fallisce il rimbalzo. A Milano (-0,7%) giù auto, Oil e industria

Piazza Affari

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Milano, 31 luglio – Sfuma sul finale l’atteso rimbalzo delle Borse europee che chiudono in rosso dopo aver viaggiato in territorio positivo per buona parte della seduta. Stavolta a ‘tradire’ i listini del Vecchio Continente è Wall Street dove le perdite miliardarie di colossi come Exxon e Chevron – piegati dalla pandemia e dal crollo della domanda di greggio – offuscano i profitti sopra le attese delle Big Tech, da Amazon a Facebook. L’incertezza sui tempi del nuovo pacchetto di aiuti pubblici negli Usa, la risalita dei casi Covid su entrambe le sponde dell’Atlantico e i dati macro ancora contrastati hanno contribuito al clima di nervosismo sui mercati. E questo nonostante nelle prime battute i listini europei sembrassero galvanizzati dai dati sulla ripresa del manifatturiero cinese a luglio, tanto che la stessa Piazza Affari a tratti è sembrata indifferente al crollo ‘senza precedenti’, spiega l’Istat, del Pil italiano nel secondo trimestre (-12,4%). A zavorrare le Borse ci hanno così pensato le vendite a pioggia sui settori auto, industria ed energetici. Il Ftse Mib, che nel corso della seduta era arrivato a guadagnare oltre l’1,2%, ha chiuso con una perdita dello 0,7%, aggravando il bilancio mensile di luglio (-1,47%). In fondo al listino principale è finita Cnh (-5,4%), segnata dal tonfo di Caterpillar negli Usa. Anche Leonardo, dopo una fiammata iniziale all’indomani dei conti sopra le attese, ha seguito in scia il resto del comparto, chiudendo a -5,1%. Prosegue la discesa di Eni (-3,5%) dopo la trimestrale e il taglio del dividendo. Tra i pochi in controtendenza Ubi Banca (+4,4%) dopo che i risultati finali dell’opas di Intesa Sanpaolo (-1,6%) hanno decretato una adesione superiore al 90%. Fuori dal Ftse Mib, scatto di Astm (+3%) che ha trovato l’accordo per arrivare al controllo della società infrastrutturale brasiliana Ecorodovias. Sul fronte valutario, frena l’euro/dollaro dopo aver superato in mattinata quota 1,19, ai massimi dalla primavera 2018, con il cambio che si attesta a fine seduta a 1,1825 (1,1743 ieri in chiusura). Il cambio tra la divisa unica e lo yen vale 124,94 (123,58), mentre il dollaro-yen scambia a 105,69. Contrastato, infine, il petrolio con il Wti di settembre che scende a 39,7 dollari (-0,5%) e il Brent sale a 43 dollari (+0,3 per cento).

 

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